Massime e memorie
Ci stanno ancora quelli che friggono le sgagliozze?
Gianrico Carofiglio ci porta con la sua prosa semplice e scarna a Bari, facendoci immaginare delle sottili fette di polenta fritte in olio di tir, o qualcosa di simile. Sarà vero?
19 settembre 2009 | L. C.
Paolo ruppe il silenzio.
"Ci stanno ancora quelli che friggono le sgagliozze?"
Mi fece un effetto strano sentirgli pronunciare quelle parole antiche. Le sgagliozze sono sottili fette di polenta, fritte in olio di freni per tir (o in qualcosa che gli assomiglia molto) e vendute a Bari Vecchia, per strada. Tipico e buonissimo cibo da strada barese. Salutare come il crack.
Quando spiego cosa siano le sgagliozze l'immediata (e del tutto legittima) domanda è sempre: cosa c'entra la polenta con Bari? Voglio dire: ti aspetteresti che la polenta fritta sia il tipico street food di Ponte di Legno o Pergine Valsugana. A Bari, attenendoci a categorie un po' ovvie, per strada, nei cartocci di carta da panificio, dovrebbero vendere le cozze fritte.
Sta di fatto però che nella città vecchia da sempre ci sono questi personaggi pittoreschi che friggono fettine di polenta e le vendono, alla faccia dell'ente nazionale per la protezione del fegato.
"Ci stanno ancora" risposi, "sotto la Muraglia vicino a San Nicola e a Piazza Mercantile, stanno".
"Le sgagliozze. Assurdo. Non dicevo questa parola da venticinque anni e adesso che l'ho pronunciata mi sta facendo venire in mente tante cose che mi ero dimenticato.
A cominciare dall'odore tremendo che veniva da quell'olio. C'era una vecchia che vendeva le più buone di tutte"
Gianrico Carofiglio
Testo tratto da: Gianrico Carofiglio, Né qui né altrove. Una notte a Bari, Laterza, collana Contromano, Roma-Bari 2008
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