Massime e memorie
La battaglia di Nico in difesa degli olivi e della Piana di latte
Liguria, un oliveto che rischia di scomparire, lo strappo di un ricordo rubato. Un omaggio a Nico Orengo, scomparso lo scorso 30 maggio
06 giugno 2009 | L. C.
(...) Vennero tagliati molti ulivi che erano stati piantati dai benedettini settecento anni prima...
(...) Stavo nella Piana di Latte, in uno degli ultimi uliveti del Ponente.
(...) A Latte c'era stata la mia infanzia, con le prime notti di pesca, le prime cacce ai verdoni e ai cardellini con le trappelle di vischio.
(...) ... venni a sapere che la Curia di Ventimiglia, contrariamente alla volontà del lascito Orengo, sarebbe riuscita a vendere la Piana di Latte, l'uliveto a ridosso dell'antica strada romana, ormai sforacchiata da orribili cancelli in ferro e garage. Avrebbero liquidato i Pestarino, mia zia sarebbe stata sfrattata, e su quella terra avrebbero tirato su alberghi e villette a schiera.
La speculazione l'avrebbe fatta un mio vecchio compagnio di scuola, Marcello, proprietario di pompe di benzina e di un magazzino alimentare Conad, col trip del costruttore. Da tempo comprava e ristrutturava, con appoggi diccì e psi, distruggendo, con un innato gusto, vecchie ville e casolari... e ora la Piana sarebbe diventata un cubo di cemento.
Perduta per sempre. E le parole non sarebbero bastate a dare l'immediatezza di un dolore e a conservarlo nella memoria. Le parole che avevo adoperato per raccontare quel paesaggio, sentivo che le avrei espresse balbettanti, incerte.
(...) Oggi... (...) Il vecchio coltivatore, Gaetano Pestarino, non lavora più sulla Piana di Latte, il terrazzo dove mia zia parlava ai ciclamini e al glicine è vuoto. La terra intorno è abbandonata e la casa perde finestre e porte.
E' il degrado voluto per invitare ruspe a far pulizia e betoniere a spargere nuovo cemento. Ma un dono antico, voluto forse dagli dèi: la scoperta di alcuni resti di una villa romana, forse di uno dei generali di Cesare acquartierato in attesa di conquistare le Gallie, potrà salvare la Piana dallo scempio finale.
Nico Orengo
Testo tratto da: Nico Orengo, Gli spiccioli di Montale. Requiem per un uliveto, Einaudi, Torino 2001
L'ADDIO A NICO
Nico Orengo, giornalista (direttore del settimanale TTL per il quotidiano "La Stampa") e scrittore, ci ha lasciato lo scorso 30 maggio.
Nato a Torino nel 1944, per le sue opere di narrativa si ispirava in parte alla Liguria, in parte al Piemonte e in particolare alla Langa.
Tra i suoi tanti libri pubblicati, segnaliamo La guerra del basilico (1994), Il salto dell'acciuga ((1997), Gli spiccioli di Montale (2001), L'allodola e il cinghiale (2001), La curva del latte (2002), L'intagliatore dei noccioli di pesca (2004), Di viole e liquirizia (2005) e, ultimo, più recente, Islabonita (2009).
Il suo amore per la natura è testimoniato dall'ideazione nel 1993, insieme con l'Universita' di Genova, del Premio Hambury-La Mortala, dedicato all studio e alla salvaguardia del paesaggio.
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