Massime e memorie
Le braccia a croce, il suo formidabile corpo si inabissava
In un intenso e struggente testo per il teatro, il poeta Maurizio Cucchi scava nella vita di Giovanna d'Arco - la donna, e non la strega - mentre avanza verso il sacrificio, tra le alte fiamme
21 febbraio 2009 | L. C.
Il corpo era lassù,
era come planasse sulla folla.
Osservava le cime degli alberi, i campanili, il cielo,
sentiva il poco vento nella primavera.
Gridava, poi, nel soffoco, nel fumo:
âErano vere, erano Dio,
le mie luci, le voci!â
I soldati ridevano.
Quelle lingue leccavano
i suoi piedi la camicia
salivano ai capelli.
Attorcigliata gli occhi rovesciati
la fiamma mangiava spalle e mani, le gambeâ¦
la esponeva e la mangiavaâ¦
Cercava di chiudere sul petto
le braccia a croce,
ma le cadevano.
Si inabissava
tutto il suo corpo formidabileâ¦
Però il suo cuore
era incombustibileâ¦
Maurizio Cucchi
Testo tratto da: Maurizio Cucchi, Jeanne dâArc e il suo doppio, Guanda, Milano 2008: link esterno