Massime e memorie
Mi sono sposata controvoglia, racconta la contadina Anis'ja
Il duro lavoro nei campi, la perversa malvagità della gente, la deportazione in Siberia. Le toccanti confessioni di una donna nella limpida prosa di Lev Tolstoj e Tat’jana Kuzminskaja
28 giugno 2008 | T N
INVITO ALLA LETTURA
(...)
- Su, pensaci bene, è una cosa che ti riguarda, ragazza, sposarsi bisogna, ragiona, ma ricordati che si farà anche senza il tuo parere. (...)
A quel punto uno degli ospiti dice:
- Mi piacerebbe vedere la vostra merce.
- Ma certo, va bene.
La mia madrina, mia madre e la suocera vengono da me e mi sistemano per benino. Io proprio non volevo farmi vedere, ma poi, alla fine, ho fatto il mio dovere.
- Buona la vostra merce - dicono - altro che, se è buona!
Ma a me di tutti questi complimenti non importava niente. Pensavo: "Sì, la merce sarà anche buona, ma il compratore mica tanto". Mi inchino per salutare e tutti si alzano. Cominciano le benedizioni. Io, come avevo visto fare ai matrimoni, mi butto in ginocchio davanti a mia madre e mio padre, piango e mi lamento. Insomma, inizio la mia parte, come l'avevo sentita fare, ma aggiungendoci anche del mio.
- Grazie a te caro padre e a te, madre che mi hai generato, per il pane e il sale che mi avete dato; padre mi hai dato via per un bicchierino, vuol dire che non vi ho servito bene nei campi e neanche in casa. Mi date via a estranei ancora troppo giovane, ancora acerba.
(...)
Lev Tolstoj e Tatâjana Kuzminskaja
Testo tratto da: Lev Tolstoj, Tatâjana Kuzminskaja, Memorie di una contadina, traduzione e cura di Isabella Panfiso, Edizioni Casagrande, Bellinzona 2008
IL LIBRO
Memorie di una contadina, edito da Casagrande (link esterno), è un libro che reca la firma del grande scrittore russo Lev Tolstoj e di Tatâjana Kuzminskaja, sua cognata.
Si tratta di un agile volumetto, intenso e robusto, che si legge nello spazio di poco tempo. Drammatico, perché riporta una storia vera, ma ricco, pur nella tragedia sempre incombente, di una luce soffusa e avvolgente.
I fatti narrati si sono svolti nella Russia prerivoluzionaria della seconda metà dellâ800. La vita è quella di una donna nata in un minuscolo villaggio che subisce le imposizioni di una società retriva, incapace di accogliere i sentimenti dellâamore vero.
Le confessioni della contadina sono toccanti quando descrive il duro lavoro nei campi, ma anche le perfidie e le bassezze innominabili della gente, fino alla terribile esperienza da deportata in Siberia.
Eâ un libro che non dovrebbe mancare sul comodino di quanti si occupano a vario titolo di agricoltura, visto che in qualche modo il racconto ci avvicina anche alla nostra storia.
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