Massime e memorie
I contadini della pazienza, i contadini del lavoro
Girolamo Comi, il barone poeta con la passione civile incarnata nel sangue, fondò gli Oleifici Salentini per risollevare dalla miseria i braccianti del Sud, ma finì lui stesso in una indicibile indigenza
14 giugno 2008 | T N
Ne le pianure solitarie
quegli uomini avviliti
si sono arresi alle scure fatiche
ed alle sorti autoritarie
ed ai sordi disastri.
(...) I contadini della pazienza,
i contadini del lavoro,
nei solchi aridi, inerti son restati
vedendo lungi tronare la scienza,
vedendo fiammeggiar, battagliar l'oro
nel mondo di progresso e di demenza
Girolamo Comi
Girolamo Comi, salentino, era nato a Casamassella nel 1890 ed è morto a Lucugnano nel 1968.
Di Lucugnano era il barone, e dopo aver studiato in Svizzera dal 1908 al 1912, esordì in veste di poeta a Losanna con la raccolta Il Lampadario, nel 1912, per poi trasferirsi a Parigi, dove intrattenne rapporti con i più importanti esponenti della poesia simbolista del primo Novecento e dove condusse, da poeta maledetto, una vita disordinata. Nel 1915 tornò infine a Roma, ma poi fece ritorno nella sua terra d'origine, il Salento, dove si prese cura dei contadini afflitti in cerca di dignità e di un lavoro qualificante.
Oltre alla poesia, si dedicò cuore e corpo al riscatto della comunità dei braccianti meridionali. Al loro fianco si schierò in modo inequivocabile, pur essendo lui stesso un ricco possidente, proprietario di terreni agricoli.
Uomo di passione civile, Comi difese le ragioni dei braccianti e si adoperò per offrire loro delle occasioni di riscatto.
Fondò una società , la Oleifici Salentini, tentando di fare l'imprenditore solidale, ma fu un'esperienza terribile.
Gli impianti che un ingegnere del Nord gli procurò erano ormai tecnicamente superati e gli operai privi di esperienza. Risultato: fallì miseramente, concludendo la sua esperienza terrena con grandi affilizioni per la caduta nella più nera miseria, guadagnando però, in compenso, la devota carità dei suoi paesani.
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