Massime e memorie 22/09/2007

UN PAESAGGIO


Le acque della pianura
si smistano in intrichi di canali;
sul fondo si immaginano gibbosità,
protuberanze melmose, rifiuti solidi.
Appena invece sommersi, o galleggianti,
fluttuano ciuffi d’alghe,
copertoni nerastri,
resti odorosi d’ incerta provenienza
(oscuro è il viaggio delle inutili cose:
alcune arriveranno agli estuari
ad ingombrare spiagge, intralciare bagnanti;
s’ incaglieranno, altre, nelle chiuse
pescate forse da pescatori ignari).
Fra canale e canale stanno i campi
popolati di ranocchie rospi e topi.
L’assenza di rilievi montuosi e le nebbie
velano a volte gli occhi; e insensato
appare l’ordine delle cose, mostri gli aratri
su strade definite da incomprensibili crocicchi.
In giorni d’ eccezionale tersità
sbucano tuttavia, quasi a mezz’aria,
le cime delle Alpi, tra nuvole:
le rincorre il pittore, trasognato,
in lontani triangoli rosa.

Fabio Pusterla



Testo tratto da: Fabio Pusterla, Concessione all’ inverno, Edizioni Casagrande, Bellinzona 1985

di T N