Massime e memorie 14/01/2006

INTORNO AL CONCETTO DI PERDONO

"Wojtila avrebbe capito, da vero padre". E' quanto scrive Messori a proposito della liberazione di Ali Agca


"C’è un equivoco irritante in certo attuale buonismo cattolico. Quello che sta nel sottofondo anche dei telereporter che, a cadavere caldo, mettono un microfono davanti alla bocca dei parenti delle vittime dei delitti più efferati chiedendo, soavi: «Ha perdonato?». L’equivoco nasce da un vangelo non più letto ma orecchiato; o riletto secondo le categorie retoriche e irrealistiche (dunque, disumane) del «teologicamente corretto». Nel vangelo, quello vero, è annunciato che, nell’Ultimo Giudizio, Gesù riconoscerà ai predestinati al paradiso una buona opera fra le altre: «Ero carcerato e sei venuto a visitarmi». A «visitarmi», si badi. Non a «liberarmi». La liberazione che il cristiano può portare è morale, nasce dal rinnegamento del peccato da parte del colpevole, dal suo pentimento sincero e dal conseguente perdono. Il perdono del Cristo, però, non quello degli uomini, alla cui giustizia il pensiero cristiano non si è mai opposto, purché sia legittima ed equa". (...)


Vittorio Messori




Testo tratto dal quotidiano il "Corriere della Sera" del 9 gennaio 2006. Per leggere l'intero testo cliccare qui:
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di T N