Il padrone di terre nei versi di Raffaele Carrieri
Il suo potere è esteso per terre e accentrato in centimetri ed ettari. Contiene tutte le mani tutte le anime, tutta la sete tutta la fame
IL PADRONE DI TERRE
Sia per sempre disonorato
Il manzo che l’ha nutrito
Con polpa e midollo;
Lo stesso disonore tocchi al castrato
E agli altri eunuchi da cortile.
Disonore alle vigne
Che gli hanno fornito manzanilla
Per mantenere rosse guance
E l’occhio come lo scalpello
Che cancella gli sguardi altrui.
Si vergogni il tessitore
Che ha tessuto a rilievo
Le rose nere della giacca
Foderata di verbali e sequestri.
Si vergogni il cappellaio,
si vergogni il sarto.
Si vergogni il falegname
Che ha tagliato e inchiodato
Il suo bastone di pero duro
Dalla cui impugnatura
Dipendono dozzine e dozzine
Di famiglie di braccianti,
A parte asini e muli
Le mandrie di capre
Con cani e pastori.
Il padrone e il bastone
Sono un corpo solo
Per la verifica e la punizione.
Il suo potere è esteso per terre
E accentrato in centimetri ed ettari
Contiene boschi granai cisterne:
Tutte le mani tutte le anime
Tutta la sete tutta la fame.
Il padrone di terre
Acceca il mastino di fiducia
Che gli ha sottratto il tordo
Dallo spiedo caldo
E stermina gli usignoli
Perché consumavano la voce
Per niente, per niente.
E il niente per il padrone di terre
È la morte, la Muerte.
Sia per sempre disonorato
L’avvocato che lo difende,
Lo stesso disonore tocchi al giudice
Che lo asslve e al vescovo che sorride.
Testo tratto da: Raffaele Carrieri, Le ombre dispettose, Mondadori, collana Lo Specchio, Milano 1974