Massime e memorie
I facchini della Balla e l'olio di sant'Aquilino
Valentino De Carlo ci introduce amabilmente nella storia della capitale lombarda, raccontandoci un aneddoto davvero spassoso
29 gennaio 2011 | L. C.
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Era uso nell'antica Milano compiere una processione il 29 gennaio che partiva dalle chiese di Sant'Alessandro, San Sebastiano e San Giorgio, diretta verso San Lorenzo. I facchini vi prendevano parte indossando gli abiti caratteristici della loro professione, con grembiuli ricamati d'oro e d'argento e cappelli con grandi pennacchi svolazzanti: non era ovviamente il loro abito da lavoro, ma quello distintivo della loro associazione, chiamata "la Balla". Si coprivano il volto con maschere colorate e portavano in spalla il simbolo del loro mestiere, una sacca da trasporto, la balla appunto, che con significato leggermente diverso è entrata nel linguaggio comune dopo aver dato il nome all'associazione dei facchini milanesi. La processione recava in dono al Santo un recipiente pieno di olio di oliva di prima qualità , per alimentare la lampada posta accanto al sepolcro; col tempo, diminuita la devozione, l'olio di qualità veniva di soppiatto sostituito con olio più di buon mercato: in fondo, bastava che bruciasse. Ma non risulta che sant'Aquilino se la sia presa: era tedesco, ma di buon carattere.
Valentino De Carlo
Testo tratto da: Valentino De Carlo, Curiuosità e segreti di Milano, Newton Compton, Roma 2010 link esterno