Massime e memorie 15/01/2011

Gli oliveti in Calabria non sono pochi, e di non piccola estensione

Un documento del 1853, tratto da un volume dedicato a sua maestà Ferdinando II, fotografa l'olivicoltura in'area particolarmente vocata del Regno delle due Sicilie


Gli oliveti non sono pochi, e di non piccola estensione; anzi non v’è anno che non s’impiantino ulivi nelle opportune contrade, massime in quelle della Caccianova, ove prontamente l’albero sacro a Minerva sviluppa e cresce. Da poco tempo in qua alcuni agricoltori pugliesi hanno introdotto un nuovo sistema e migliore di potazione di questa pianta, che non tenevasi per lo passato; mediante il quale gli ulivi si educano non molto alti, i rami si fanno crescere chiomati verso il suolo, e così rimangono meglio difesi dai venti e dalle intemperie, e la raccolta del frutto si rende più facile, e molto più abbondante. I nostri Cassanesi su l’esempio ricevuto stanno perfezionando quest’arte, da essi prima non ben conosciuta.




Testo tratto da: Il Regno delle due Sicilie descritto e illustrato, ovvero descrizione topografica, storica, monumentale, industriale, artistica, economica e commerciale delle province poste al di qua e al di là del faro e di ogni singolo paese di esse. Opera dedicata alla maestà di Ferdinando II, volume primo, Napoli, Stabilimento tipografico di Gaetano Nobile, 1853

di T N