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Troppe frodi: le quotazioni dell'olio di oliva nazionale al livello più basso da tre anni

Troppe frodi: le quotazioni dell'olio di oliva nazionale al livello più basso da tre anni

Nei primi otto mesi dell’anno gli arrivi  di olio d’oliva vergine ed extravergine sono aumentati in quantità del 78%, con un’impennata proprio dalla Grecia, oggetto dei recendi sequestri a Bari e Lecce da parte di Guardia di Fianza e ICQRF

04 dicembre 2025 | 12:35 | C. S.

Gli arrivi di olio dalla Grecia a prezzi stracciati, intorno ai 4 euro al chilo, fanno crollare i prezzi di quello italiano che questa settimana hanno raggiunto il livello più basso degli ultimi tre anni, con un inaccettabile dumping ai danni delle nostre imprese. A denunciarlo sono Coldiretti e Unaprol nel commentare il sequestro in Puglia di 14.000 litri di olio evo senza indicazione dell'origine obbligatoria, presumibilmente proveniente dalla Grecia, effettuato dall'Icqrf Puglia e Basilicata, insieme alla Guardia di Finanza e all'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. 

Nei primi otto mesi dell’anno gli arrivi  di olio d’oliva vergine ed extravergine sono aumentati in quantità del 78%, con un’impennata proprio dalla Grecia (+139%), secondo l’analisi Coldiretti sui dati Ismea.

Una vera e propria invasione il cui risultato – sottolineano Coldiretti e Unaprol, è stato quello di mettere all’angolo i produttori italiani, con il prezzo dell’extravegine nazionale ormai in caduta libera, tanto da aver perso nel giro di un paio di mesi quasi tre euro al chilo, scendendo sotto i 7 euro.

“Non possiamo più accettare che il lavoro delle nostre imprese venga vanificato dall’azione di veri e propri trafficanti di olio e da speculazioni che portano il prezzo dell’extravergine italiano sotto i costi di produzione – accusa il Presidente di Unaprol e vicepresidente nazionale di Coldiretti, David Granieri -. E’ urgente di dotare il comparto di strumenti più efficaci per combattere questi fenomeni”.

Coldiretti e Unaprol hanno proposto un rafforzamento del Portale Sian, introducendo l’obbligo di registrazione delle contrattazioni non solo dell’olio sfuso, ma anche delle olive da olio. Solo attraverso la dichiarazione delle contrattazioni, incluse quelle delle olive da olio, sarà possibile disporre di un dato aggregato e geograficamente definito, capace di restituire il giusto valore ai produttori e al Made in Italy olivicolo. L’obiettivo è arrivare a un quadro completo delle diverse fasi di scambio, con informazioni riferibili alle singole piazze di contrattazione, così da garantire un riferimento oggettivo, non manipolabile e realmente rappresentativo per l’intera filiera.

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