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Calo produttivo del 30% per l'olio di oliva in Umbria

La campagna olearia in Umbria sembra indirizzata verso quantità ridotte, con una qualità prevista a buoni livelli, così come le rese. Questa stagione subirà gli effetti sfavorevoli causati soprattutto dalla mosca olearia
25 settembre 2025 | 12:00 | C. S.
Al via anche in Umbria la campagna di raccolta delle olive che, in controtendenza con le previsioni a livello nazionale, sembra indicare un calo produttivo rispetto allo scorso anno intorno al 30%, con una situazione “a macchia di leopardo” per i vari territori. È quanto affermano Coldiretti e Aprol Umbria, precisando come si tratti ovviamente di una prima stima a campagna appena iniziata, che dovrà essere confermata sulla base dell’andamento climatico delle prossime settimane. La raccolta, che entrerà nel vivo dai primi di ottobre ma che in varie aziende è già scattata in questi giorni - spiega Giulio Mannelli, Presidente Aprol Umbria e Vicepresidente Coldiretti Perugia - sembra indirizzata verso quantità ridotte, con una qualità prevista a buoni livelli, così come le rese. Se nella scorsa annata - riferisce Mannelli - il clima non aveva condizionato negativamente la campagna, che invece era risultata più che soddisfacente e sopra la norma, seppur con basse rese, questa stagione subirà gli effetti sfavorevoli causati soprattutto dalla mosca olearia. Come Aprol, ne abbiamo monitorato l’andamento in tutta l’Umbria, riscontrando come essa abbia colpito in diversi territori della regione, favorita anche dal ritorno di importanti piogge estive che hanno agevolato quella condizione di umidità ideale al suo sviluppo. Ad influire sul calo produttivo all’orizzonte - aggiunge Mannelli - pure il noto fenomeno dell’alternanza produttiva, che fa si che dopo un’ottima stagione a livello quantitativo, ne segua di solito una cosiddetta di “scarica”. Anche a fronte dell’impatto sempre più importante del clima sulla produzione, occorre quindi - secondo Mannelli - rafforzare l’impegno verso mirate scelte agronomiche, commerciali e tecnologiche, anche agevolando quegli investimenti che consentano di tutelare e valorizzare maggiormente questo prodotto simbolo della nostra regione pure a livello ambientale e turistico. Proseguiremo nel nostro lavoro affinché l’olio extravergine di oliva umbro - precisa Mannelli - non venga più percepito solo come un semplice alimento, ma come un’eccellenza riconosciuta per i suoi benefici salutistici, punto cardine della Dieta Mediterranea e centrale per l’intera economia agricola regionale, da far crescere su tutti i mercati. In Umbria, secondo elaborazioni Coldiretti, si trovano quasi 7,5 milioni di piante di olivo che coprono circa 30.000 ettari e permettono di produrre mediamente circa 65.000 quintali di olio l’anno. La D.O.P. dell’olio extravergine di oliva Umbria, istituita nel 1997, è estesa all’intero territorio regionale, che è stato suddiviso in cinque sottozone (Colli Assisi-Spoleto, Colli Martani, Colli del Trasimeno, Colli Amerini e Colli Orvietani). Altro snodo essenziale della qualità dell’olio umbro, è il numero dei frantoi: circa 200, che, con una presenza così capillare sul territorio, permettono la frangitura immediata delle olive, senza che queste si deteriorino per una presenza troppo lunga in magazzino prima della lavorazione.
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