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La Xylella arriva a Minervino Murge

La Xylella arriva a Minervino Murge

Le autorità competenti hanno già attivato le misure previste dall’art. 4 del Regolamento UE 2020/1201, con la definizione delle aree infetta e cuscinetto, ma la minaccia del batterio impone un’azione rapida, coordinata e soprattutto condivisa tra istituzioni, agricoltori e cittadini

18 aprile 2025 | 12:00 | C. S.

Desta forte preoccupazione l’individuazione di un nuovo focolaio di Xylella Fastidiosa sottospecie Pauca in agro di Minervino Murge, primo caso accertato nel territorio a più alta vocazione olivicola d’Italia.

Le autorità competenti hanno già attivato le misure previste dall’art. 4 del Regolamento UE 2020/1201, con la definizione delle aree infetta e cuscinetto, ma la minaccia del batterio impone un’azione rapida, coordinata e soprattutto condivisa tra istituzioni, agricoltori e cittadini.

“Dopo anni difficili, il comparto olivicolo stava finalmente vivendo una fase di ripresa, con produzioni di qualità e un mercato in equilibrio. Questa notizia ci colpisce, ma non ci scoraggia: siamo pronti a collaborare con le istituzioni per contenere il focolaio e proteggere il settore. Tuttavia, è fondamentale il coinvolgimento concreto di tutte le amministrazioni pubbliche, anche per garantire la gestione dei terreni incolti e delle aree pubbliche, spesso veicolo di diffusione dell’insetto vettore”, dichiara Giacomo Patruno, presidente dell’OP Aproli Bari.

Un appello condiviso anche da Massimiliano Del Core, presidente di Confagricoltura Bari-BAT:

“La Xylella si diffonde attraverso la Philaenus Spumarius, comunemente nota come sputacchina, un insetto che prolifera nei terreni incolti e lungo le strade. Chiediamo con forza che venga attuata una capillare opera di pulizia del territorio, sia nelle aree pubbliche che private, e vengano rafforzate le misure di controllo del vettore”, sottolineando come già da tempo sia stato richiesto un incontro urgente con l’Osservatorio Fitosanitario Regionale per fare il punto sulla situazione fitosanitaria della Xylella. Purtroppo, tali richieste non hanno finora trovato riscontro. Oggi, però, non si può più attendere.

“Gli olivicoltori del nord Barese hanno dimostrato tenacia e resilienza. Non temono la Xylella, ma temono di essere lasciati ancora una volta soli, senza strumenti né sostegno. Se muore l’olivicoltura nel nord Barese – concludono Aproli e Confagricoltura – muore un’economia, muore un paesaggio, muore un’identità. È il momento di agire, insieme.”

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