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Caldo fuori stagione, a rischio le colture invernali

Le alte temperature sconvolgono la natura favorendo in tutte le piante il risveglio anticipato, con il pericolo di essere poi “bruciate” dallo sbalzo termico legato a un successivo ritorno del gelo invernale
31 gennaio 2025 | 11:00 | C. S.
Con le temperature massime fino a 18 gradi nei Giorni della Merla scatta l’allarme nei campi dove il caldo fuori stagione rischia di risvegliare le colture, esponendole poi al rischio di un ritorno del freddo. Ad affermarlo è la Coldiretti in occasione del via ai tre giorni che, secondo tradizione, sono i più freddi dell’anno, ma che iniziano nei fatti con il ritorno del bel tempo in tutta Italia e con la colonnina di mercurio nettamente al di sopra della media del periodo.
Le alte temperature – sottolinea la Coldiretti – sconvolgono la natura favorendo in tutte le piante il risveglio anticipato, con il pericolo di essere poi “bruciate” dallo sbalzo termico legato a un successivo ritorno del gelo invernale, con la conseguente perdita dei raccolti. Oltre a ciò c'è il rischio del mancato soddisfacimento del fabbisogno di freddo che per tutte le colture, come ad esempio, l’olivo, è necessario per l'induzione alla fioritura, fatto che potrebbe ridurre le produzioni. Ma con il caldo – aggiunge la Coldiretti – sopravvivono anche le popolazioni di insetti dannosi per le colture, a partire dalla cimice asiatica, per attaccare successivamente frutta, ortaggi e cereali nella prossima primavera.
Un fenomeno che trova peraltro conferma per l’Italia dal dato sulle temperature che, secondo Isac Cnr, hanno visto il 2024 come il più caldo di sempre, con 1,35° in più rispetto alla media storica, e punte di 1,44 gradi al Centro e al Sud. Ma a preoccupare è anche la siccità che continua ad assediare le regioni del Sud, a cominciare dalla Puglia. Negli invasi artificiali della Capitanata mancano 99 milioni di metri cubi d’acqua rispetto all’anno scorso, un quantitativo insufficiente ad arrivare all'estate. Ma la situazione è critica anche in Sicilia e Sardegna. L’assenza di pioggia è stata una delle calamità peggiori in un 2024 che ha fatto registrare danni per 9 miliardi nei campi, falcidiando le coltivazioni, dal grano alle olive, soprattutto nel Meridione.
Per combattere gli effetti dei cambiamenti climatici è necessario sviluppare soluzioni innovative con la diffusione degli strumenti di Agricoltura 4.0. Un tema al centro della presenza di Coldiretti alla Fieragricola Tech di Verona, fino a domani, giovedì 30 gennaio. Ma è sempre più urgente anche la realizzazione di un piano invasi dotati di sistemi di pompaggio, che permetterebbe non solo di assicurare l’approvvigionamento idrico durante i periodi di siccità, ma anche di ridurre gli effetti devastanti delle piogge e degli acquazzoni sempre più intensi, che aggravano il fenomeno dello scorrimento dell’acqua nei canali asciutti.
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