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L’Accademia Italiana della Vite e del Vino contro Report
Per parlare di enologia si interpellino i tecnici. In Italia abbiamo i migliori enologi e tecnici del settore, perché il servizio pubblico non ha interpellato anche il mondo accademico per parlare?
22 dicembre 2023 | C. S.
Anche il mondo accademico del vino si indigna alla visione dell’ultima puntata del programma televisivo Report andato in onda il 17 dicembre su Rai3 con un servizio che da un lato ha parlato di pratiche di vinificazione, dall’altro di frodi nel settore vino. «Va bene fare informazione, ma quando questa diventa una mistificazione della realtà è lesiva per tutti – spiega il Prof. Vincenzo Gerbi, tra i più stimati docenti di enologia al mondo e Vicepresidente dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino – non si può far parlare di tecniche di vinificazione una persona che come qualifica ha “esperto di vino” senza comunque poter far spiegare certe tecniche da chi ha le conoscenze scientifiche per farlo».
A proposito del servizio andato in onda sul canale di Stato, l’Accademia Italiana della Vite e del Vino appunta alcune incongruenze.
«Innanzi tutto dobbiamo dire che le teorie fatte dire al sedicente “esperto di vino” sono tra loro discordanti e prive di fondamento, a partire per esempio dalla disacidificazione con la bentonite, o confondere l’uso di additivi con quello di coadiuvanti, queste sono affermazioni del tutto errate che denotano l’incompetenza dell’interlocutore nel merito – continua il Vicepresidente dell’Accademia – inoltre il settore è stato liquidato con argomentazioni a livello di chiacchiere da bar su temi invece importanti e delicati, su pratiche per altro lecite e rese tali da regolamenti europei senza ricordare per altro che l’Italia è il Paese che a livello enologico ha le regole più restrittive a livello internazionale, come il divieto dell’uso del saccarosio per l’arricchimento dei mosti, possibile solo con mosto d’uva concentrato e rettificato (MCR)».
Ancora l’Accademia Italiana della Vite e del Vino sul prosieguo del servizio di Report. «Il sistema DOP IGP nel vino, come nell’agroalimentare, è una garanzia per produttori e consumatori soprattutto, in Italia abbiamo uno dei sistemi di controllo e repressione delle frodi più proficuo e interventi come quello proposto dal programma della Rai sono la dimostrazione che se i controlli funzionano e i pochissimi che non stanno alle regole vengono smascherati», conclude il Prof. Vincenzo Gerbi.
Il Prof. Vincenzo Gerbi, Vicepresidente dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino, è docente di Enologia presso l’Università di Torino. Nella sua carriera ha concentrato la ricerca sulla caratterizzazione chimico-fisica e sensoriale dei vini e l’innovazione dei processi di vinificazione. Partecipa a numerose iniziative accademiche a livello internazionale, tra i massimi riferimenti mondiali dell’enologia moderna. E’ autore dei centinaia di pubblicazioni scientifiche.
L’Accademia Italiana della Vite e del Vino tra i propri membri annovera docenti universitari, il meglio dei ricercatori italiani in campo vitivinicolo, i titolari delle maggiori imprese del settore e gran parte di coloro che, sotto diversi aspetti, contribuiscono alla esaltazione nell'ambito sociale, artistico e letterario delle denominazioni e dei vini di alta qualità. L’Accademia è collegata al Ministero dei Beni Culturali ed al Ministero dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e delle Foreste. L’attività si svolge in “tornate” a carattere itinerante con eventi organizzati insieme a visite conoscitive di specifiche realtà produttive. Questo ne consente la divulgazione e valorizzazione in Italia e all’estero. AIVV assegna il premio "Arturo Marescalchi" per celebrare la memoria del suo primo presidente onorario. Oltre al premio internazionale di vinicoltura "Giovanni Dalmasso" in memoria del suo presidente fondatore e il premio "Pier Giovanni Garoglio", in ricordo dell'illustre studioso che è stato per diversi anni suo presidente.