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Sul grano persa la sovranità nazionale italiana

Servono maggiori controlli sull’etichettatura, istituire la Commissione Unica Nazionale del grano duro per la trasparenza dei prezzi e il Registro Telematico dei Cereali per garantire i consumatori, oltre a più accordi di filiera
19 luglio 2023 | C. S.
Una delegazione di CIA Agricoltori Italiani incontra il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida. Al centro del colloquio la questione della filiera grano-pasta autenticamente italiana. Un dossier che CIA Agricoltori Italiani ha posto all’attenzione dell’opinione pubblica e della politica con una campagna in favore dei produttori e dei consumatori italiani a cui, finora, hanno dato la propria adesione 30 comuni pugliesi che rappresentano 500mila cittadini (nelle ultime ore, hanno aderito anche i Comuni di Altamura e Vico del Gargano). Una campagna iniziata lo scorso 14 aprile, con il lancio di una petizione pubblica capace di raccogliere, ad oggi, 51mila firme.
Gennaro Sicolo, presidente di CIA Puglia e vicepresidente nazionale di CIA Agricoltori Italiani, annuncia: “al ministro diremo che è arrivato il momento di dare concretezza a quella ‘Sovranità Alimentare’ che, al momento, appare solo una scritta sulla targhetta del ministero. Sul grano, di fatto, abbiamo perso la nostra sovranità alimentare. I numeri, purtroppo, non mentono”. Sicolo si riferisce all’ultimo rapporto Anacer, nel quale si registra un aumento delle importazioni complessive dei cereali in granella pari a un + 6,3%, dovuto in gran parte all’incremento dell’import di grano duro: +396mila tonnellate nei primi 4 mesi del 2023.
“Il grano è l’emblema di ciò che sta accadendo anche per l’ortofrutta, l’olio d’oliva e tutti i maggiori prodotti d’eccellenza dell’agricoltura italiana ”, aggiunge Sicolo, “con un abnorme ricorso alle importazioni che deprezzano il valore sociale, qualitativo ed economico riconosciuto al lavoro straordinario dei produttori italiani, costretti a correre la maratona del mercato globale con la zavorra di condizioni fiscali, logistiche, burocratiche e di costi di produzione che mortificano tutti i loro sacrifici. Sono costretti a indebitarsi, sopportano un rischio d’impresa cresciuto in modo esponenziale a causa dei cambiamenti climatici, e vengono ripagati come? Con prezzi da fame, mentre gli altri anelli della filiera, basti pensare alla pasta e al pane, incassano profitti crescenti. Noi non siamo contro gli altri componenti della filiera, vogliamo però che la catena del valore abbia una distribuzione più equa, capace di assicurare una giusta remunerazione ai produttori, che sono base e fondamenta di tutte le filiere alimentari italiane di qualità”.
Sul tavolo del ministro Lollobrigida, CIA Agricoltori Italiani porterà proposte utili a stoppare le speculazioni commerciali sulla pelle dei produttori e dei consumatori; a fermare chi spaccia grano estero piazzandolo come italiano; a porre dei limiti⨠all’arrivo indiscriminato sul territorio italiano di grani stranieri. Un fermo “NO” a chi non vuole riconoscere i costi minimi di produzione ai cerealicoltori e alle frodi che rovinano l’immagine di un prodotto simbolo dell’Italia. Servono maggiori controlli sull’etichettatura;â¨bisogna istituire la CUN (Commissione Unica Nazionale) del grano duro per una maggiore trasparenza dei prezzi;â¨è necessario potenziare i contratti di filiera tra agricoltori e industria;â¨SI infine al Registro Telematico dei Cereali con avvio immediato.
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