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Per la rinascita del Salento più mandorli e ciliegi e meno olivi
La sottomisura 4.1C del PSR Puglia è utile a favorire la riconversione varietale e la diversificazione colturale delle produzioni agricole, ampliare l’offerta e incrementare il valore aggiunto
13 novembre 2020 | C. S.
E’ necessario spendere subito i 30 milioni della rimodulazione dei fondi CIPE destinati a migliorare redditività, competitività e sostenibilità delle aziende agricole ricadenti nei territori colpiti dalla Xylella fastidiosa, per espianti e reimpianti. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia che chiede una immediata accelerazione della Regione nella spesa di risorse assegnate alle aree infette da Xylella, attraverso una decisione sancita in seno al Comitato di sorveglianza, che ha dirottato altri 30 milioni di euro, in aggiunta al “Piano di emergenza Xylella fastidiosa in Puglia”, approvato con delibera CIPE 69/2018.
“E’ indispensabile che si proceda con la rigenerazione vera e propria – afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia - con la necessaria diversificazione colturale per non condannare il Salento a una monocoltura, con il rischio che un virus alieno azzeri il patrimonio produttivo del territorio, come già avvenuto con la Xylella”.
“La sburocratizzazione è un passaggio essenziale lungo il percorso di semplificazione delle procedure e dei tempi di presentazione delle domande, per l’erogazione e il controllo degli aiuti, passaggi ancora esclusi dal protocollo d’intesa con Agea – insiste il presidente Muraglia - una occasione che la Regione Puglia non può e non deve perdere per utilizzare i dati e le tecnologie già a disposizione di AGEA che garantirebbero la correttezza e il monitoraggio difficilmente realizzabili se non utilizzando i metodi avanzati di fotointerpretazione che le nuove tecnologie di intelligenza artificiale permettono”.
“I 30 milioni di euro, in aggiunta ai 300 milioni del Piano, sono destinati ad interventi attesi dal territorio salentino, di cui 27 milioni per lo scorrimento della graduatoria della 4.1C e 3 milioni per la 5.2.”, insiste Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Lecce.
La sottomisura 4.1C del PSR Puglia è utile a favorire – spiega Coldiretti Puglia - la riconversione varietale e la diversificazione colturale delle produzioni agricole, ampliare l’offerta e incrementare il valore aggiunto delle imprese agricole attraverso l’integrazione orizzontale delle attività e delle produzioni, migliorare la sostenibilità ambientale delle attività produttive aziendali, incentivare l’uso di fonti energetici rinnovabili come le biomasse, senza comunque ricorrere a coltivazioni dedicate, ottimizzare i consumi delle reti idriche aziendali.
“Si tratta di interventi sostanziali di cui tanto si parla, ma che stentano a partire. Vanno avviati senza perdere altro tempo” aggiunge il presidente Cantele, che chiede un impegno risoluto per la diversificazione.
E’ essenziale, tra l’altro, il coordinamento fra le parti dello Stato – incalza Coldiretti Puglia – per scongiurare il rischio che in alcune aree soggette a vincolo anche le risorse del Piano di Rigenerazione destinate alla diversificazione restino bloccate. “Si tratta di risorse ingenti che rischiano di andare in fumo senza i necessari provvedimenti ordinamentali nazionali, vanificando progettualità e finanziamenti per la diversificazione delle filiere agroalimentari”, conclude il presidente Cantele.
Senza deroghe ai vincoli nazionali paesaggisti, idrogeologici e di qualunque altra natura agli espianti l’area infetta delle zone ormai distrutte dal batterio – conclude Coldiretti Puglia – risulta ingessata e destinata a morire di burocrazia, prima ancora che di Xylella.
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