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SOSSIO GIAMETTA: L'INTERESSE SI VA AFFIEVOLENDO, MA L’AGRICOLTURA RIMANE IL VERO PETROLIO DELL’UMANITA’
Lo sguardo disincantato di uno tra i maggiori studiosi di Friedrich Nietzsche non lascia spazio a equivoci. "Gli uomini - sostiene - vogliono andare expediti, cioè leggeri, senza bagagli. Si appoggiano piuttosto alla spensieratezza e all’oblìo, ma non accettano la saggezza"
05 giugno 2004 | Luigi Caricato
Sossio Giametta, è un napoletano diviso tra Frattamaggiore, centro della provincia napoletana dove è nato nel 1929, e le città di Milano e Bruxelles. Eâ in questâultima città che vive abitualmente. Qui è stato funzionario a partire dal 1965 presso il Consiglio dei ministri della Comunità europea. Laureatosi in Giurisprudenza a Napoli nel 1952, si è poi immerso nel grande magma della filosofia collaborando con Giorgio Colli all'Enciclopedia di autori classici per l'editore Boringhieri.
Sossio Giametta ha inoltre fatto parte del noto gruppo capitanato da Giorgio Colli e Mazzino Montanari, quale curatore dellâopera completa di Friedrich Nietzsche uscita per le edizioni Adelphi. Unâedizione critica ritenuta la più significativa e nel medesimo tempo anche la più rigorosa e completa, pubblicata in contemporanea in Italia e Germania. Un lavoro durato qualche decennio, frutto di una faticosissima immersione nei testi di uno tra i filosofi che più di altri ha contribuito a dare una svolta decisiva al pensiero contemporaneo. Tra i numerosi lavori di Giametta vanno senzâaltro segnalati due imponenti volumi dellâopera nicciana, contenenti La gaia scienza, Idilli di Messina, Così parlò Zarathustra, Al di là del bene e del male, Genealogia della morale, Crepuscolo degli idoli e LâAnticristo, editi di recente dalla Utet. Nella collana Bur della Rizzoli, è stato inoltre pubblicata la traduzione di Il mondo come volontà e rappresentazione di Arthur Schopenhauer. Mentre lâultimo lavoro curato da Giametta è il volume Schopenhauer come educatore, di Friedrich Nietzsche, edito sempre da Rizzoli nel 2004.
Con âTeatro Naturaleâ si sta cercando di costruire un ponte ideale di contatto tra il mondo rurale e il mondo della cultura; mentre, tuttavia, mi sembra possibile cementare un legame, che si è solo allentato nel tempo, tra letteratura e ruralità , non mi sembra altrettanto facile e praticabile avviare una stretta e intima relazione tra filosofia e civiltà rurale. Mi sbaglio forse?
No, è così. Ci sono grandi letterati che hanno prestato attenzione alla campagna, ma non si è trattato di un contatto a salire, è stato un contatto a scendere. Sono stati i letterati che si sono interessati della campagna e non invece il contrario. I campagnoli non si interessano di letteratura. Virgilio, Pascoli e tanti altri autori se ne sono occupati. I filosofi credo restino, invece, abbastanza indifferenti. Non cercano alcun rapporto con il mondo rurale. Non lo cerco io, per esempio. La filosofia riguarda soltanto lâuomo. Chi vuole si avvicina alla filosofia. Non ci sono preclusioni.
Ci sarebbe Rudolf Steiner, quale riferimento per il mondo rurale, con i suoi Impulsi scientifico-spirituali per il progresso dellâagricoltura. Ma ci si muove nellâambito più circoscritto dellâantroposofia. In ambito agricolo però, è vero, non viene coltivata abitualmente la filosofia. Tranne per alcune eccezioni. Gli agricoltori biodinamici, per esempio. Mancano in ogni caso le attenzioni per la ruralità . Non esiste un pensiero rurale. Simone Weil si è tuttavia occupata del mondo operaio, forse attrae di più?
Il mondo operaio è stata una grossa novità nella storia recente. Eâ stata una realtà nuova e ha perciò interessato molti intellettuali. Si è occupato anche Junger in un modo alto. Heidegger, anche. Eâ stata una novità che si è introdotta nella storia con irruenza ponendo tante problematiche inedite. Lâagricoltura resta senza dubbio una realtà importante, sempiterna, anche se lâattenzione dei filosofi verso il mondo rurale, semmai câè stata, sta scomparendo sempre più.
E qual è la causa?
La filosofia non si occupa di arti e mestieri. Si occupa dellâuomo e delle realtà , senza chiudersi in una forma particolare di mestiere o attività . Non importa cosa faccia lâuomo, ma importa cosa dica.
Il mondo rurale non ama di certo confrontarsi con i grandi temi, nonostante che la diffusa scolarizzazione abbia oramai raggiunto tutti gli strati sociali. Eâ un mondo un poâ restio. Non cerca un approccio più partecipe verso la culturaâ¦
Lâagricoltura rimane però, sostanzialmente, il vero petrolio dellâumanità . Se venisse meno il petrolio andremo a piedi, ma senza cibo è impossibile vivere. Lâagricoltura è fondamentale. Pur non avendo petrolio lâItalia resta un Paese privilegiato per ciò che le nostre terre producono per mano degli agricoltori. Nella situazione attuale, in cui si corre dietro ad altri valori, lâagricoltura costituisce un valore essenziale, da non trascurare.
Quali libri consiglieresti a un agricoltore? O comunque a chi ha a che fare con la civiltà rurale?
Nessun libro. Perché è un lavoro pesante la campagna. Secondo me si riposano, vedendo delle scemenze in televisione. Anche noi quando siamo stanchi ci riposiamo un poâ nella stupidità , diciamo così. Le cose banali diventano le più riposanti. Talvolta gli uomini si riposano nella stupidità femminile, anziché nellâintelligenza femminile che invece li scuote, li frusta e non li fa riposare affatto.
Passiamo alla filosofia in senso stretto. Hai trascorso tanti decenni a occuparti di Nietzsche. Lo hai tradotto più volte e quindi ne conosci lo spirito più profondoâ¦
Sì, ho tradotto quasi tutte le opere. Il mio vero impegno è di comprensione. Traduzione, filologia, ma soprattutto comprensione, interpretazione.
Hai scritto tantissimo anche su di lui, considerandolo sia nella veste più comune di filosofo, sia nei panni del poeta e del moralistaâ¦
Sì, lâho studiato nella sua globalità . E credo che tale approccio di Nietzsche manchi. Può suonare scandalosa questa mia battuta, perché naturalmente tutti pensano di dire con ciò tutto Nietzsche. Invece io parlo del bue squartato. Nietzsche è appunto una specie di bue squartato da cui tutti prendono una parte credendo di aver preso lâintero. Hanno con sé una bistecca e invece credono di avere il bue intero, anzi pensano di avere addirittura il bue vivo; ma il bue vivo non è fatto di bistecche, è tuttâaltra cosa. Nietzsche è ancora un enigma. Câè stata una tendenza a strumentalizzarlo, soprattutto da parte degli interpreti più creativi come Jaspers, Heidegger, Deleuze e Klossowsky e altri. In molti hanno portato Nietzsche ad essere simile a loro, rafforzando con tale operazione solo la propria identità . Oppure si è rilanciato acriticamente il nichilismo nella psicosi della distruzione dei valori senza tener conto che in realtà il nichilismo è da considerare una tra le più grandi rivoluzioni della storia, dopo le due di Copernico e di Darwin. Eâ una rivoluzione â nel campo spirituale, questa volta â che libera lâuomo, ma fa molti danni, togliendo molte stampelle a cui si appoggiava. Anche Nietzsche ci resta molto male, lo si nota quando nella Gaia scienza annuncia la morte di Dio con disperazione, con una esagitazione che non trova requie. Eâ un grave dramma la morte di Dio per lâuomo, perché lâuomo vi si appoggiava molto. Ciò non toglie che sia una grande rivoluzione, liberando appunto lâuomo. Nietzsche è un grande martello, dal punto di vista filosofico, è una grande scepsi, un grande distruttore di ideali, di morali, di fedi, di credenze varie, tutte stampelle a cui si appoggiano le debolezze o i vizi umani. Ha però creato una visione eroica: lâaffermazione tragica. Non vuole mascherare la realtà . Lâonda caotica dellâesistenza è distruttiva ma anche beatificante. Se noi vogliamo i beni della vita â la bellezza, lâamore, la gioventù, tutto quello che esiste di bello e di buono, la realizzazione di noi stessi e tutto il resto â dobbiamo anche accettare la tragicità nel profondo.
Qual è lâopera che rappresenta meglio il pensiero nicciano in tutta la sua compiutezza?
Una in particolare: Così parlò Zarathustra. Eâ lâopera positiva in cui Nietzsche indica il cammino della grandezza e tutti i sacrifici che bisogna fare per seguirlo. E' una esaltazione della purezza umana ch'è la stessa cosa della grandezza. Nietzsche, dunque, in questâopera si trasforma in un educatore alla grandezza e alla purezza umana. Chi compie questo cammino non si sostiene con lâidea di Dio o altre cose, ma con la poesia. Il motivo lirico predominante è quello del calice pieno che vuole ridiventare vuoto. Eâ la pienezza della saggezza che lui ha accumulato in anni di sacrifici, di studio e di solitudine: vuole offrirla agli uomini ma questi non la vogliono perché appesantisce la vita. Gli uomini vogliono andare expediti, cioè leggeri, senza bagagli. Si appoggiano piuttosto alla spensieratezza e allâoblìo, non accettano la saggezza.
Unâaltra opera positiva, che ha preceduto lo Zarathustra e châè anzi la prima opera importante di Nietzsche, è la Nascita della tragedia, dove appunto è tracciata tale visione dionisiaca. Queste sono le opere positive del poeta e moralista Nietzsche, mentre le altre sono le opere del pensatore scettico.
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