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Apertura Ue sull'obbligo dell'origine degli oli in etichetta. Dio benedica la Fischer Boel
E' come una snervante telenovelas a puntate, ma finora il pubblico non si è annoiato. Attori, registi e sceneggiatori sono stati bravi a tener desta l'attenzione. Ora si attende uno sblocco definitivo, e il conto da pagare
07 giugno 2008 | Luigi Caricato
L'obbligo di etichettatura dell'olio extra vergine d'oliva italiano riguarderà ora anche il più vasto ambito comunitario. Si attende però di capire in che termini.
Ad annunciare tale apertura è stata Mariann Fischer Boel, commissario Europeo all'agricoltura, durante l'incontro di ieri con il ministro per le politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia.
Da tali affermazioni si prevede dunque l'elaborazione di una nuova normativa Ue che estenda l'obbligatorietà dell'origine in etichetta all'intero territorio comunitario. Ma per questo aspetto si attendono tuttavia ulteriori particolari.
Intanto Zaia parla di "una boccata d'ossigeno per i tanti produttori, italiani ed europei, fino ad oggi penalizzati dalla concorrenza sleale dei Paesi esteri''.
Soddisfazione è stata espressa dalle associazioni di categoria, e in particolare dalla Coldiretti, che per l'origine si era battuta a più non posso, raccogliendo perfino un milione di firme e portando in piazza a Bologna un mucchio di loro proseliti per agitarli contro il precedente ministro De Castro, dapprima un po' freddo e perplesso alla sola idea di emanare un decreto non in linea con le direttive comunitarie.
Eccitato dalle nuove posizioni dell'Ue, Sergio Marini non lo si contiene più dalla gioia e per questo ha invitato gli organismi preposti a "intensificare i controlli". Perche per lui questa è una vittoria.
"A distanza di alcuni mesi dall'entrata in vigore della norma nei supermercati - hanno ribadito alla Coldiretti - sono ancora troppo poche le bottiglie di extra vergine correttamente etichettate in un paese dove l'importazione dall'estero per 5,5 milioni di tonnellate ha superato la produzione nazionale di circa 5 milioni di tonnellate nel 2007".
Il caso in questione farà però discutere, anche perché sull'Italia pendevano tra l'altro gli sviluppi di una "messa in mora". Ed è proprio per questo che l'annuncio della Fischer Boel ha avuto l'esito di un rombo di cannone in una chiesa al momento della celebrazione liturgica.
Vedremo cosa si verificherà all'indomani delle dichiarazioni.
L'Italia dell'olio tutta - ma anche gli stessi Paesi competitori dell'Ue - restano per ora ricurvi su se stessi come un punto interrogativo, in febbrile attesa.
La telenovelas sull'etichettatura, per intanto, continua e tenere desta l'attenzione.
L'appuntamento è per la prossima puntata. Nella speranza che il tutto sia effettivamente a favore e non a danno degli operatori. Il timore resta quello di dover sopprtare un maggiore carico di lavoro nel disbrigo delle scartoffie, anche se, per contro, risulterà un grosso guadagno per chi dovrà invece gestire tale burocrazia. E' la solita storia dallla quale non ci si riesce ancora a staccare del tutto.
Vedremo, dunque, cosa accadrà . Siamo speranzosi. Il nostro desiderio principale, a scanso di equivoci, è che, alla fine di tutto, il prodotto olio extra vergine di oliva non ci rimetta la propria reputazione.
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