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Frodi & sofisticazioni. Pronta la caccia all’untore

Si riaffacciano i paladini della verità. Sono quelli che si ergono a giudici creando nel contempo danni ingenti e rovinosi al sistema. Rispetto al Seicento, nulla è cambiato

26 aprile 2008 | Luigi Caricato

I metodi sono identici: creare clamore senza curarsi più di nulla.
Agire con lucida follia, da paladini del vero. Obiettivo: smascherare il marcio che si muove all’intero dei vari settori produttivi. Ora va di moda sparare a zero su frodi e sofisticazioni alimentari.

Proposito nobile, visto che frodi e sofisticazioni restano la spina nel fianco di chi onestamente cerca di agire in maniera impeccabile da imprenditore dell’agroalimentare.

La qualità, sì, la qualità: un refrain tante volte ripetuto, senza neanche far tanto caso al senso profondo della parola. Tutti fanno la qualità, a parole. Ma soprattutto gli stessi che tante volte hanno abusato, elogiando la qualità di questo o quel vino, di questo o quell’olio, mai verificando in realtà la corrispondenza al vero, ora sono passati alla fase b. Dopo aver esaltato per anni, con modi esagerati e trionfalistici, il made in Italy, ora alcuni sono passati alla denuncia dei misfatti amplificando, con il massimo clamore possibile, la realtà dei fatti.

Dobbiamo però ripeterlo per i cretini che non intendono (o fingono di non intendere): la denuncia di frodi e sofisticazioni deve essere sempre al massimo grado, come altrettanto ferma dovrà essere la condanna nei confronti di chi commette tali crimini. Ma rendere sensazionale ciò che puntualmente si verifica da tempo, e in ogni epoca, e con metodo, mi sembra davvero una sciocchezza che si colora di assurdo e di grottesco.

Così, stranamente, sembra essere aperto un clima da caccia alle streghe e agli untori. Proprio come nel Seicento. Senza ritegno, senza il minimo rispetto verso chi lavora onestamente. E così, leggendo alcuni resoconti di cronaca, sembra essere ritornati in tempi molto bui, in tempi in cui con estrema disinvoltura si torturavano brutalmente i presunti untori della peste sentendosi nel contempo orgogliosi per essere dalla parte della verità.

E così, chi entra nell’occhio del ciclone, viene oggi divorato dai media. E quando a entrare in questo vortice non è soltanto il criminale sofisticatore, ma anche il prodotto che subisce la sofisticazione, allora non si fa più nessuna distinzione ed è tutto il prodotto ad essere messo in crisi, senza alcuna via di scampo.

E’ il caso che si è verificato a poche ore dagli arresti del gruppo di sofisticatori dell’olio: la notizia è rimbalzata in ogni parte del mondo, e sappiamo bene i danni che tale pubblicità negativa recherà al comparto. In tanti infatti mi telefonano allarmati. E’ il caos, che si spera rientri in silenzio, anche perché a essere danneggiati sono come al solito gli onesti.

Poveri noi, però. C’è chi fa tanto per farsi strada sui mercati, e c’è chi invece, per avere qualche attimo di celebrità, e assurgere così a paladino del vero, va suscitando volutamente clamore portando alla ribalta episodi di ordinaria cronaca criminale, ingigantendone la portata e senza curarsi dei danni che si arrecano al comparto.

Il declino del paese Italia parte da qui, dall’incapacità di confinare nell’ordinario ciò ch’è per se stesso ordinario. Come siamo ridotti male. Siamo proprio alla frutta. Frodi e sofisticazioni sono sempre stati all’ordine del giorno, e sempre puntuali sono state le iniziative per fronteggiare il problema. Sono episodi che rientrano nella sfera della normalità, perché appartengono agli eventi ad azione criminogena che accadono in ogni parte del mondo. Solo da noi, a causa della irruenza galoppante di taluni finti paladini della verità, si sta creando un inutile caso.