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ECCO I RISULTATI DEL SONDAGGIO: I LETTORI DI "TEATRO NATURALE" PREFERISCONO IL TG2. LE INTERVISTE ESCLUSIVE AI PROTAGONISTI

Secondo il direttore del telegiornale Rai Mauro Mazza il mondo agricolo è un settore avanzato, chiede spazio ma non lo trova. Per Antonio Bozzo, direttore di "Tv Sette", esiste un difetto di rappresentanza politica

28 febbraio 2004 | Luigi Caricato

Come si fa a non trattare di televisione. E’ oramai il mezzo di comunicazione dominante. Se una notizia non fa capolino sul video, anche nelle emittenti più periferiche e marginali, la notizia quasi non esiste, non ha più valore. Forse esagero, ma tale osservazione non si discosta poi di molto dalla verità. Ha peso solo ciò che viene trasmesso per televisione. E’ un dato di fatto che non può essere sconfessato. Lo dimostra l’evidenza. La stessa carta stampata è succube, pensate a intere pagine riservate ogni giorno a trasmissioni inconsistenti, seppur di successo, come il Grande fratello.
La società si conforma dunque alle imposizioni dettate, più o meno subdolamente, da coloro che operano su tale circuito di informazione. Non c’è alternativa. Il più grande e autorevole quotidiano nazionale, il “Corriere della Sera”, ha una diffusione che si aggira tra le 670 e le 700 mila copie. I dati di ascolto dei Tg volano su numeri impensabili per la carta stampata, con oltre 4 milioni di ascolti nelle edizioni serali. Certo, tali livelli riguardano i colossi Tg1 e Tg5, ma già il Tg4 viaggia su quote importanti, dai 900 mila al milione di ascoltatori. Lo stesso Tg cenerentola de La7, peraltro qualitativamente di gran lunga superiore ai magri ascolti, non sempre raggiunge quota 200 mila, anzi.
Si comprende bene, alla luce di tali dati, come sia decisivo il passaggio di una notizia in Tv. Considerando poi che i temi agricoltura, alimentazione e ambiente sono solitamente trascurati - o comunque trattati con scarsa professionalità anche sulla carta stampata - l’assenza o la rarità di tali riferimenti in video diventa piuttosto preoccupante. Che l’agricoltura non faccia la sua dignitosa presenza in Tv equivale pertanto a non aver alcun peso nella società.

“Teatro Naturale” ha voluto tuttavia tastare un poco il polso della situazione. Lo ha fatto con un sondaggio rivolto ai propri lettori. Ed ecco i risultati. Primo telegiornale ad aver avuto la massima attenzione dei lettori: il TG2 diretto da Mauro Mazza, con 1.096 preferenze su di un totale di 4.042 voti espressi; quindi, a seguire: al secondo posto il TG5 (direttore Mentana), con 778 preferenze; al terzo il TG3 (direttore Di Bella), con 735; al quarto il TG La7 (direttore Giustiniani), con 604; al quinto il TG4 (direttore Fede), con 564; al sesto (con nostro grande stupore) il TG1 (direttore Mimum) che ha totalizzato solo 212 voti; e, fanalino di coda, la testata di Italia 1 Studio Aperto (direttore Giordano) con appena 53 preferenze.



Questi dati in parte si spiegano con alcune programmazioni: il TG2 ha come spazio di successo il domenicale “Eat Parade”, il TG5 delle 13.00 “Gusto”, il TG3 il settimanale “Agricoltura”, in onda di mercoledi (in una fascia oraria però infelice, a mezzogiorno). Non hanno per contro spazi specifici le altre testate; e riguardo invece a “Studio aperto”, in questo caso l’utenza, va precisato, comprende soprattutto adolescenti e giovani, quindi una fascia poco attenta ai temi in oggetto.

Quali considerazioni? Rispetto alla triade proposta, l’agricoltura è senza dubbio la più sacrificata; a parte ovviamente il caso del TG3; per il resto domina un’attenzione - mai aperta tuttavia all’approfondimento - intorno alle seduzioni delle produzioni tipiche e alle preparazioni culinarie, poco o nulla a che vedere dunque con l’agricoltura.

In questo servizio non daremo spazio alla posizione di “Teatro Naturale”. Ritorneremo comunque sull’argomento, sollecitando oltretutto le opinioni dei lettori al riguardo. Offriamo invece un quadro della situazione, con le preziose testimonianze di chi è coinvolto in prima persona sul fronte dei telegiornali e, più in generale, del mezzo televisivo. Da qui le interviste al direttore del TG2 Mauro Mazza - a cui rivolgiamo i nostri più sinceri complimenti per il largo consenso ottenuto - e al direttore di “Tv Sette” Antonio Bozzo, ovvero del settimanale del “Corriere della Sera” in edicola ogni giovedì.

INTERVISTA A MAURO MAZZA



Direttore Mazza, c’è da essere soddisfatti…
Direi proprio di sì. L’esito del sondaggio mi lusinga. Sono molto contento del riconoscimento che i lettori del settimanale on line “Teatro Naturale” ci hanno riservato attraverso i loro voti. Abbiamo lavorato bene. La mia Redazione ha ampiamente meritato la fiducia di chi ci segue.

Perché un risultato così netto? Cosa hanno percepito di tanto speciale i miei lettori?
Posso dirti che il Tg2 storicamente è sempre stato il giornale televisivo più attento alla sensibilità della gente. La mia testata ha sempre colto le tendenze della società, mettendole nel giusto risalto. Con la mia direzione ho accentuato la sensibilità ambientale che oggi si coglie con evidenza. Ma questa dimensione era presente anche in passato. Con me è stata opportunamente rafforzata. La presenza all’interno del Tg2 di notizie e approfondimenti sui temi riguardanti la natura, l’ambiente, il territorio è stato un elemento di costante attenzione. Lo si percepisce in ogni nostra edizione.

Si tratta peraltro di una tradizione consolidata, che risale all’anno di fondazione della testata, nel 1961…
Sì, e il punto di forza del Tg2 è da sempre rappresentato dal nostro interesse a trattare tematiche legate alla società. Siamo stati i primi a esordire con rubriche specifiche, aperte alla riflessione, e non chiuse invece nell’esclusivo ambito della notizia. E’ il caso di “Gulliver”, per esempio; o di “Diogene”. Oggi con “Eat Parade”, ma non solo. Le rubriche sono tante e di qualità.

Cosa ha di speciale la rubrica di Bruno Gambacorta?
L’individuazione di un valore da cui non si può prescindere: la qualità del buon mangiare e del buon bere. L’attenzione per la qualità della vità è molto importante. La nostra rubrica credo che sia ovunque riconosciuta come molto seria. D’altronde la scelta dei lettori di “Teatro Naturale” premia tale impegno. L’apprezzamento viene dagli addetti ai lavori, e questo ci fa piacere. Ma pure gli stessi consumatori hanno riconosciuto l’ottimo livello del nostro modo di comunicare e fare notizia e approfondimento.

Quali sono gli elementi innovativi che più di tutti ritieni siano stati vincenti con la tua direzione?
Il nostro attuale studio, nella sua conformazione. Il fatto che i conduttori siano in piedi e che non si avvalgano del gobbo per dare le notizie. Il tenere costantemente informati i telespettatori attraverso la striscia in basso, modello Cnn, per consentire a chi si collega in ritardo di conoscere le notizie principali.

Ma ritieni che l’agricoltura abbia il giusto spazio in televisione?
Il settore agricolo chiede spazio e non sempre lo trova. Tutto il mondo dell’informazione e della comunicazione dovrebbe effettivamente impegnarsi di più per valorizzare tali risorse. In ogni caso, rispetto al passato qualcosa è mutato. Viene oggi colto soprattutto l’aspetto della qualità del vivere. La buona cucina e le buone produzioni agricole vengono ora percepite con maggiore chiarezza. Quando ero ragazzo seguivo la trasmissione “A come agricoltura”. Ecco, di passi avanti ne sono stati fatti. Non bastano. Sono necessari spazi più ampi e importanti. Il mondo agricolo è estremamente progredito e avanzato, anche tecnologicamente. Si cura molto il fattore qualità. Questo aspetto caratterizzante va messo giustamente in risalto.


INTERVISTA AD ANTONIO BOZZO
Come mai il Tg2 è stato scelto dai lettori di “Teatro Naturale”. In che cosa si è differenziato rispetto agli altri telegiornali?
Perché il TG2 si trova ad essere il terzo incomodo tra i due giganti, Tg1 e Tg5. E’ una soluzione intelligente l’andare a cercare il pubblico che non è normalmente abituato alla politica. In questo modo il Tg diretto da Mazza si è saputo conquistare un’area di attenzione per nulla trascurabile. Secondo me Mazza sta lavorando bene e ha dato molto più spazio ai temi indicati nel sondaggio. Anche se, riguardo ai numeri in assoluto, sappiamo bene come in questo periodo il Tg2 abbia qualche problema, viste le programmazioni della concorrenza nella stessa fascia oraria. Programmazioni che inevitabilmente lo schiacciano.

I tempi televisivi trascurano un po’ le tematiche agricole. Quanto all’alimentazione e all’ambiente vi è una maggiore attenzione, anche per via di una certa moda che oggi impera…
Sì, è vero, l’agricoltura la si trascura, ma non dimentichiamo che una delle trasmissioni più viste, e comunque un po’ storiche, è proprio Linea Verde.

Certo, ma rispetto al passato si è molto spettacolarizzata. I tempi di Fazzuoli sono lontani…
E’ una dinamica, questa, ch’è comune a tutta la televisione. Tutto si è spettacolarizzato in Tv. Si tende a fare un prodotto il più appetibile possibile. Ciò a cui si tende è la pubblicità: La si vuole a tutti i costi. Bisognerebbe tirare le orecchie ai pubblicitari, che continuano a fare la pubblicità, e a inserire annunci pubblicitari, in programmi che poi alla fine svalutano le cose che dicono. E’ questo il punto.

Rispetto alle tv straniere l’agricoltura da noi e molto svalutata. Temi come la politica agricola e l’economia agraria non vengono adeguatamente considerati. Il prodotto tipico, sì, viene messo in risalto, ma non si esprimono nel contempo le problematiche riguardanti i prodotti tipici. In altri settori vi è il cronista che si pone alla ricerca della notizia, qui invece la si attende e la si propone solo dopo ch’è stata tramessa dalle organizzazioni di categoria e dagli uffici stampa istituzionali o aziendali già bella e confezionata. Non c’è giornalismo.
Hai ragione. Purtroppo questo accade proprio quando, apparentemente, tutta la televisione cerca di occuparsi di più di temi di questo tipo. Non esiste una trasmissione familiare che non abbia uno spazio riservato all’ambiente, all’alimentazione, al verde. Esistono cose di questo tipo, ma sono inserite secondo me per fare da richiamo a un mondo che viene immaginato come un mondo ricco dal punto di vista della raccolta pubblicitaria, intendendo ovviamente le produzioni grosse, di massa. Ma è un guaio, bisogna ammetterlo. Non è una buona cosa

E’ un guaio che può essere risolto in futuro, oppure si prevede il buio?
Secondo me si risolve. Qualcosa accadrà con i satelliti, con le televisioni tematiche. Ci sarà probabilmente una crescita di attenzione per questo mondo. Se vuoi sapere il mio parere sulla televisione generalista, ebbene, io credo che non si verificherà mai una soluzione del problema.

Cosa abbiamo di diverso dai Paesi stranieri, come la Francia per esempio, che invece all’agricoltura dedica uno spazio ampio, e competente peraltro…
Abbiamo un difetto di rappresentanza politica centrale, verso i contadini e verso coloro che in generale operano in agricoltura. In Francia tali temi sono centrali, proprio per la stessa struttura sociale del Paese. La Francia è un paese molto più monocentrico, c’è una grande capitale e poi una grande campagna che ruota intorno al centro. Da noi invece resistono particolarismi e campanilismi. Hanno frammentato tutto, hanno ridotto la rappresentanza politica centrale nel Parlamento. Quindi tutto è stato un po’ trascurato nei tempi.

Non è soltanto la Tv, anche i quotidiani difettano. Si parla di agricoltura solo nelle emergenze
Sì, è vero, si affrontano certi temi quando spaventano. Però vi sono spazi importanti come “Linea Verde”. O come “Eat Parade”, appunto, nell’ambito del Tg2. I lettori di “Teatro Naturale” hanno premiato la rubrica, ma sono spazi da considerare rara avis. Il programma di Gambacorta è buono, sa raccontare bene, è da premiare, ma, appunto, si tratta di una rarità.

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