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ELOGIO DEL PENE. CONTRO OGNI IPOCRISIA
Sì, ci riferiamo al cosiddetto membro virile. Il “Comitato Tv e minori” ha sanzionato Mediaset per un ottimo servizio andato in onda su Italia 1. Una recente inchiesta delle “Iene”, intorno agli interventi atti ad aumentare le dimensioni del sesso maschile, ha turbato la sensibilità dei nuovi censori
28 febbraio 2004 | Luigi Caricato
Partiamo dalla notizia. Giovedì 12 febbraio il âCorriere della Seraâ riporta un flash nella pagina degli spettacoli: âNudo e violenza. Il Comitato Tv e minori sanziona Italia 1 e Mtvâ. Fin qui nulla di scandaloso. Eâ giusto che vi sia un controllo su ciò che le reti televisive trasmettono. Lâindecenza domina su ogni canale, quasi senza più distinzione. E in qualsiasi fascia oraria. Non se ne può più. Quanto poi ai minori, è opportuno prendere le dovute precauzioni. Bene. Scorro le poche righe e noto, con grande stupore, che a essere al centro della censura è tra lâaltro un servizio delle ottime âieneâ dedicato agli interventi, chirurgici e non, ai quali un discreto numero di uomini ricorre, o intende ricorrere, per accrescere le dimensioni del pene. Chi conosce la trasmissione â e immagino siano in tanti, visto il successo che riscuote â sa la bontà e lâaccuratezza dei servizi mandati in onda; facili allâirrisione, certo, ma qualitativamente elevati, sul piano giornalistico. Invece accade ciò che ritengo assurdo e incongruente. Il servizio incriminato infatti mette in guardia coloro che afflitti dalle misure del proprio sesso credono di risollevarsi il morale con qualche soluzione, facile o complicata che sia. La iena che ha curato il servizio svolge così unâindagine che ovviamente punta a smascherare i molti imbrogli e le tante speculazioni che ruotano intorno alla questione. La morale del servizio è molto semplice: inutile pensare di modificare le dimensioni del pene, ogni intervento non cambia nulla, lâesito finale è solo un effetto ottico, ma nulla più. Cosa significa tutto ciò? Châè inutile gettare via danaro per foraggiare lâesercito di coloro che sâindustriano in tutti i modi per inventare le soluzioni al problema. Lâurologo che intervistano - quello vero, titolare di cattedra â è rassicurante, tranquillizza circa le dimensioni del pene, comunica le misure che rientrano nella normalità : non câè ragione di coltivare ansie inutili. Non è la lunghezza o lo spessore, ma la capacità erettile a fare la differenza. Il problema, perché di problema si tratta, è vissuto da centinaia di adolescenti, e prosegue in molti casi irrisolto anche nellâetà adulta. Il servizio delle iene è lodevole e significativo, in quanto mette in guardia quanti ignorano un sapere - seppur elementare - relativo alla sfera sessuale, con indicazioni chiare e mai fuorvianti. E invece cosa accade? Interviene il Comitato Tv e minori con una sanzione che ritengo non solo ingiustamente punitiva, ma deplorevole e pedagogicamente assurda, grottesca e ipocrita. La Tv trasmette a ogni ora delle vomitevoli trasmissioni fondate sullâinconsistenza dei valori e tutto passa inosservato. La spazzatura a nome âIl Grande fratelloâ, âAl posto tuoâ e altre amenità simili, molte delle quali sono mandate in onda soprattutto in orari pomeridiani, hanno il lasciapassare di chi controlla e tutto procede dunque senza che si batta ciglio. Quando si fa cultura e informazione, con intelligenza e arguzia, allora si giunge addirittura a comminare sanzioni. Per tale retriva decisione il Comitato Tv e minori si giudica da sé. Eppure dietro un simile e roboante comitato vi sono svariate figure professionali che vi lavorano. Ora câè da chiedersi: a che pro?
Una riflessione. La notizia è passata in ombra. Non ho letto nulla al riguardo, se non il breve trafiletto del âCorriereâ. Mi chiedo il perché di tale silenzio. La censura funziona, evidentemente. Di fronte ad alcune tematiche si preferisce osservare il silenzio. Il sesso fa paura, opprime anche le intelligenze, meglio tacere. Eppure stupisce che una simile sanzione sia giunta nellâanno 2004. Una risibile decisione. Valga come aneddoto la ferocia dissacratoria del grande Francois Rabelais (?1494-1553), scrittore, medico e prete, autore del celeberrimo Pantagruel, testo che consiglio di leggere ai censori del Comitato. Così, per cultura personale. Alcuni hanno visto in lui, a posteriori, la figura del libero pensatore, oltre che dello scapestrato in rotta con il cristianesimo; in realtà Rabelais, nonostante una vita libertina e mattacchiona, agiva semmai contro il clero, non certo contro la dottrina cristiana, ed è rimasto sempre fedele alla Chiesa, in ogni caso. La stessa Chiesa è stata con lui indulgente, pur subendone i feroci attacchi e le irrisioni. Da ricordare le impietose caricature di molte pontefici, che non impensierirono tuttavia i censori ecclesiastici. Oltretutto, va detto che le caricature falliche di Rabelais erano peraltro micidiali. Quelle per esempio ispirate a papa Giulio II non lasciavano scampo, con Sua Santità ritratto con lâenorme e spropositato pene gonfio fino allâinverosimile e forato in ogni parte da numerosi aghi.
Bene, per concludere questa digressione, noi che viviamo nel 2004 dobbiamo â ahinoi, o tempora o mores - sorbirci le censure del Comitato Tv e minori. Cosa possiamo fare? Accade anche questo nel paese Italia.
Torniamo al falso pudore. Molto spesso vi è tanta ipocrisia verso taluni atteggiamenti. Incomprensibili peraltro, visto lo schifo a cui piacevolmente si abbandona il sistema televisivo. Ai novelli censori del Terzo Millennio consiglia la lettura di un ottimo saggio di Hans Peter Duerr, pubblicato da Marsilio nel 1991. Il titolo è già dâimpatto: Nudità e vergogna. Il sottotitolo è chiarificatore: Il mito del processo di civilizzazione. Leggano i signori censori, si istruiscano. Dalla prefazione allâedizione italiana dellâautore si legge: âDopo la pubblicazione dellâedizione originale di questo libro (â¦) si levarono grida di sdegno. Ricevetti inoltre lettere minatorie anonime e alcuni amici raffreddarono addirittura i loro rapporti con meâ.
Sì, miei cari lettori di âCampo liberoâ, anche questo è il mondo. Il sesso fa paura, lo si condanna o lo si fugge in maniera sbrigativa, salvo poi sorprendersi di fronte alle situazioni più raccapriccianti ed estreme, quando accadono episodi che giungono alla ribalta della cronaca. Vivere la sessualità con animo sereno è di pochi, i più si avvinghiano ad atteggiamenti davvero strani e incomprensibili. Cosa dire? Ci vuole pazienza.
Uno stralcio dal saggio di Hans Peter Duerr. âA Sassari, nel tardo medioevo, se un uomo entrava nel bagno nel giorno riservato alle donne, commetteva un delitto capitale e veniva punito come se avesse commesso un assassinio, mentre nella Castiglia dellâalto medioevo, ai voyeur che guardavano attraverso le finestre dei bagni le donne allâinterno, veniva inflitta la pena riservata per lâomicidioâ.
Per bagni, sia chiaro, qui si intendono quelli pubblici, ovviamente.
Insomma, le âieneâ dovranno prestare la massima attenzione. Tutto può accadere. Chissà , un ritorno al passato può rivelarsi quanto mai pericoloso. Occorre stare in guardia.
Due citazioni intorno al pene, quasi un omaggio allâimmortalità di un simbolo. Una citazione, in particolare, non poteva certo mancare, vista la mia passione per lâolio di oliva. Eâ tratta da Canzone carnascialesche, di Lorenzo deâ Medici:
âLâolio sana ogni dolore
e risolve ogni durezza;
tira a sé tutto lâumore,
trae del membro la saldezza
penetrando la dolcezza
quanto più forte stropicciâ.
Infine, per gli amanti di letture pepate ma intensamente letterarie, valga come consiglio (ma non è facile da trovare, e neppure mi pare vi siano ristampe; câè insomma da diventare topi di biblioteca!), il testo dal titolo inequivoco Lu cazzu grossu, del catanese Domenico Tempio (1750-1821):
âNon negu ca li fimmini
amanu cazzu grossu,
e longu e latu e turgidu
e duri comu un ossu.
Ma chissa tua è culovria,
è sogghiu di tilaru,
è cosa di spittaculu.
Tirsi, non câè riparu.
(â¦/ Ma questa tua è una clava, / è subbio di telaio, / è cosa da spettacolo, / Tirsi, non câè riparo). E via discorrendo. Il testo in realtà si può leggere per intero, insieme con altre curiose citazioni, nel volume La passion predominante, testo a cura di Guido Almansi e Roberto Barbolini, edito nel 1988 da Guanda.