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Gatta ci cova. Forti speculazioni intorno agli oli di oliva
Sul prodotto simbolo della civiltà mediterranea si concentrano molti attacchi. Una interessante riflessione di Francesco Visioli ci fa comprendere lo stato della realtà
09 febbraio 2008 | Luigi Caricato
Mi scrive Francesco Visioli, dopo aver letto su Teatro Naturale la notizia relativa alla ricerca dell'Università di Munster sugli oli di oliva: link esterno
Visioli è uno studioso molto apprezzato e serio, grande conoscitore dell'olio di oliva, di cui riferisce sempre con puntualità e precisione, senza incorrere in inesattezze o in esagerazioni, che siano queste in positivo o in negativo.
Ordinario di Fisiopatologia all'Università Pierre et Marie Curie di Parigi, Visioli interviene sul tema in questione con grande lucidità e senza tante ritrosie; e va giù diretto: "A parte che l'articolo scientifico, a quanto ne so, non è ancora
stato pubblicato, ma non ti sembra strano - dice - che giusto all'UniversitÃ
di Munster, ed in particolare a Gerd Assmann, siano state assegnate
le ultime campagne di promozione dell'olio d'oliva finanziate dalla
UE? A loro, che non ci hanno mai lavorato e che quando lo fanno
cercano di dimostrare che fa male! Gatta ci cova..."
Eh, sì, qui gatta ci cova. E' proprio il caso di dire. Ci sono molti aspetti sui quali sarebbe opportuno far luce. Ed è incredibile come sugli oli di oliva si concentrino, ormai di continuo, una serie di atteggiamenti se non proprio dubbi quanto meno equivoci. Troppi interessi in gioco e troppa debolezza da parte del comparto oleario, spesso e volentieri silenzioso, incapace o poco interessato a reagire, soprattutto nei suoi organi istituzionali e di rappresentanza.
Da una parte si concentrano i colpi bassi sferrati a ripetizione, pur di denigrare il prodotto, e in particolare la buona immagine di cui l'olio di oliva in quanto tale detiene agli occhi del consumatore; dall'altra, si assite al silenzio imoperoso di chi dovrebbe invece intervenire in maniera autorevole e contrastare con fermezza tali attacchi.
Un plauso dunque al propfessor Visioli, come pure al professor Massimo Cocchi, presidente dell'Arna, l'Associazione ricercatori Nutrizione e Alimenti: link esterno
Ma dove sono gli altri, e, soprattutto, dove sono le Istituzioni, dove sono le associazioni di categoria? Perché non intervengono, perché non agiscono?
Cos'è che li trattiene? La mancanza di contenuti o la pigrizia intellettuale? O credono piuttosto che, effettivamente, il consumo di olio di oliva favorirebbe, come sostengono appunto all'Università di Munster, lâinsorgere dellâarteriosclerosi?
No, forse certi argomenti interessano poco. E' questa l'amara verità . Molti hanno uno sguardo corto, proiettato solo sulle necessità più stringenti, quelle che hanno il carattere dell'emergenza. Siamo alle solite. Ci pentiremo solo in futuro degli errori commessi.