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APPUNTI E DISAPPUNTI DA UN’ESTATE INFUOCATA / 3

Si ricerca la bellezza intesa come valore anche nelle occupazioni quotidiane e nonostante i capricci di Schroeder

20 settembre 2003 | Luigi Caricato

“Voglio la bellezza!”. Così il presidente Roberto Formigoni davanti ai seicento dipendenti, tra dirigenti e quadri, della Regione Lombardia.
Non è stato l’effetto dell’afa di fine luglio. Il governatore della regione più efficiente d’Italia non si accontenta più dei buoni risultati. Non sono sufficienti. Vuole tuffarsi nel bello e respirare una nuova aria, rigenerante. La qualità dei risultati passa attraverso la bellezza. Diventa qualità della vita. Accoglienza di uno spirito nuovo, positivo, lungimirante. E’ un valore antico che non può essere sottovalutato.
Nell’annuncio insolito e raro, formulato nell’inconsueto scenario di un ente istituzionale, emerge l’intelligenza e la sensibilità del politico saggio, di chi ha saputo avvertire la necessità di farne parola, progetto. Se tutti gli amministratori pubblici tenessero in alta considerazione la bellezza, l’Italia non sarebbe poi così balorda come appare nell’evidenza della realtà.


Sgradevole e di cattivo gusto la scelta del cancelliere tedesco Schroeder. Non verrò in Italia a trascorrere le vacanze, ha dichiarato con modi perentori e un po’ fanciulleschi a metà luglio, per ripicca a un’uscita fuori dalle righe del leghista Stefano Stefani. I capricci assumono veste di ridicolo, soprattutto per i tanti tira e molla messi in scena e montati sul nulla. Si muovono in tanti, sbraitano. Il presidente Ciampi da una parte cerca di ricucire, per rinsaldare l’amicizia tra i due Paesi. Helmut Kohl interviene invece per definire esagerata e del tutto inadeguata la reazione di Schroeder. I giornali intanto ci sguazzano. Occorre pur riempire le pagine, agitando l’immobilità di un’estate vinta dall’afa. Non parliamo dei politici coinvolti. La rissa verbale è ormai uno stilema a cui buona parte dei parlamentari nostrani sono avvezzi. Centrosinistra o centrodestra non fa distinzione. Poi il colpo di scena imprevisto. Giuliano Amato ricorda che nel ’99 l’allora premier D’Alema si oppose ad alcune interferenze di Schroeder nei fatti politici interni all’Italia. Il Cancelliere si arrabbiò moltissimo per la mancanza di elasticità dimostrata dal nostro capo del governo. Trascorse così le vacanze a Maiorca anziché a Positano, in spregio al nostro Paese. Poi l’anno successivo si rabbonì, optando per nove giorni di relax a Venezia. Stesso rituale quest’anno. Vacanze annullate nelle Marche. Salvo poi ripresentarsi a Verona in agosto, per assistere a una rappresentazione della Carmen all’Arena.
Si rilassi signor Schroeder, freni almeno un poco quell’ondivago furore teutonico che l’agita così maldestramente.



Trionfa il comparto turismo in Italia. Nonostante le urticanti arrabbiature di Schroeder, anche i tedeschi hanno invaso quest’anno il Belpaese. “La vera industria del futuro è il turismo” ammette con sicurezza, e dati alla mano, Giancarlo Elia Valori. Il presidente dell’Unione industriali di Roma ne da’ conferma sulle pagine del “Corriere della Sera”, a luglio inoltrato. Il settore vale oltre il dodici per cento del prodotto interno lordo. Un Pil di tutto rispetto, con un fatturato di 72 miliardi di euro e più di due milioni di lavoratori coinvolti.
E’ strano che un’attività così trainante sia stata scoperta, promossa e valorizzata solo di recente e con qualche indugio. Meglio tardi che mai, certo. Tuttavia nel frattempo occorre ripensare al turismo rurale, oltre a quello gastronomico, cercando di recuperare il degrado ancora in corso d’opera in molte campagne, soprattutto al Sud.
Oggi c’è l’illusione che tutto possa funzionare così com’è. Nessuno si preoccupa di recuperare larghe estensioni di territorio depredate da orrorificanti costruzioni abusive, da inutili e impercorribili strade che in compenso hanno giovato solo alle tasche di alcuni corrotti, costruttori e amministratori locali magari anche in odore di mafia.

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