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DONNE, CHIRURGIA ESTETICA E BOTOX. SI FA CARRIERA ANCHE COSI'
Lifting, trapianti e iniezioni non sembrano più un fatto di cui stupirsi. Sono ormai normalità, quasi un’esigenza per proporsi nel mondo del lavoro. Oggi le donne non possono essere solo capaci e preparate. Devono anche apparire giovani, belle, e, perché no, seducenti
02 dicembre 2006 | Ada Fichera
Una guerra che ha fatto la storia e che continua a farla, ma ancora una lotta che ha di fronte un nemico difficilmente battibile: il tempo.
Un âduelloâ eterno contro lâinvecchiamento, il quale vede per lo più âsul campoâ le donne.
Donne non solo di spettacolo, ma anche donne in carriera, donne ânormaliâ che non âvivonoâ âal di là del siparioâ, ma per le quali il proprio âpalcoscenicoâ è costituito dal proprio ufficio e al massimo dai locali âchicâ dove converseranno durante qualche cena di lavoro.
Il timore, spesso tramutatosi in terrore, dellâinvecchiare sembra colpire molte più donne di quante si possa immaginare. Dunque, la tentazione del bisturi e del ricorso al chirurgo si manifesta sempre più erompente.
Farsi e rifarsi, sistemarsi e ritoccarsi, unâabitudine che spesso può tramutarsi in una pericolosa mania senza fine.
Ma cosa si nasconde dietro la scelta di usufruire delle tecniche âanti-invecchiamentoâ? Il non diventare invisibili! Almeno così dichiarano, al âFinancial Timesâ, molte delle donne in carriera, per le quali il cancellare rughe e segni dellâetà è diventato quasi un obbligo sociale.
Già , un obbligoâ¦Perché nel mondo del lavoro, soprattutto per chi ricopre o aspira a ruoli manageriali, lâimmagine sembra essere tutto o âquasiâ¦â.
Lifting, trapianti e iniezioni non sembrano più un fatto di cui stupirsi, bensì sembra quasi unâesigenza per una donna che deve proporsi, e porsi, nel mondo del lavoro. Un ambito dove, purtroppo, si definiscono sempre più i tratti della donna che, oltre ad essere capace e preparata, deve anche apparire giovane e bella, e, perché no, attraente.
La più brillante commentatrice europea di politiche e vite aziendali, Lucy Kellaway, ironica columnist di un giornale liberista, nota con tardivo sbalordimento la âbotoxizzazioneâ della donna che lavora. Si tratta di quella âover 40â, spesso con incarichi dirigenziali e buon reddito; attualmente bisognosa di iniezioni periodiche di tossina botulinica âper non diventare invisibileâ, cioè vecchia.
Così racconta la Kellaway; sopraffatta dal crescente numero di amiche e conoscenti âbotulinizzate confesseâ, insospettita dalle foto di grandi aziende e dai reportage sulle donne di successo, in cui tali signore, immortalate dallâobiettivo, sembrano spesso più giovani della loro reale età .
In pratica, un volto segnato dallâetà può spesso pregiudicare i propri obiettivi. Ecco allora che, se ci fermiamo per un attimo a riflettere, possiamo notare come i motivi che spingono alla âcorsa al botoxâ non sono più solo quelli futili di qualche anno fa, ma anzi sono sempre meno banali e, in realtà , è proprio questo che preoccupa.
Ovviamente, la cura del corpo e del proprio aspetto è sinonimo di rispetto per se stessi ed anche per chi ci sta intorno; è uso lecito e gradito ed è inoltre proprio della donna, che è tale anche per questo. Il problema nasce invece dallâeccesso (che in qualsiasi caso è deprecabile) e dal giudicare e giudicarsi solo in base allâaspetto esteriore.
Altro fattore, non meno importante, è quello costituito dai rischi e dalle conseguenze che comunque può comportare un intervento chirurgico o lâuso di una qualsiasi di queste âtecniche contro il tempoâ.
Infine, sorge spontanea una domanda: che il ricorso al chirurgo per evidenziare e migliorare la propria esteriorità , celi il vacillare di tutto il resto�
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