Articoli

SI RIMARGINANO LE FERITE, E' VERO, MA LE CICATRICI RESTANO

Due importanti anniversari: la strage di Nassiriyah e l’uccisione della giornalista Maria Grazia Cutuli. Nonostante siano due episodi distinti e di differente collocazione cronologica, sono molti i punti di contatto. E sono molteplici anche le sfaccettature delle commemorazioni

11 novembre 2006 | Ada Fichera

Le ferite si rimarginano, ma le cicatrici restano. È così che voglio iniziare questo mio articolo che stavolta, più che come tale, si pone come pretesto di doveroso ricordo e, allo stesso tempo, come spunto di riflessione su una realtà particolarmente controversa e dolorosa.

Nel mese di novembre, e precisamente in questi giorni, ricorrono due tristi anniversari che non possono essere “osservati” e poi “tralasciati” con indifferenza come singoli episodi che non imprimano un segno.
Il 12 novembre ricorre il terzo anniversario della strage di Nassiriyah in cui persero la vita 17 militari italiani e 2 civili. “Eroi di pace” si è detto; e infatti tali sono.

Il 12 novembre del 2003 è stato uno dei giorni più drammatici per il nostro paese dal dopoguerra in poi. Come dimenticare dunque oggi le lacrime delle vedove, dei figli e delle mamme dei soldati morti nell’attentato a Nassiriyah. Eppure, dopo una grande commozione iniziale e, dopo un “bombardamento” mediatico (talvolta anche oltre giusta misura) che a momenti sfiora purtroppo la spettacolarizzazione, a volte si rischia che scenda il silenzio e che fatti tanto drammatici quanto meritevoli cadano nell’oblio, quasi si volesse non parlarne più per rimuovere in fretta le immagini di quei lutti, di quel sangue e di quel dolore capace di aver aperto un cratere a terra come nel cuore.

È invece il ricordo che si porta in un angolo della mente, quello che ha toccato veramente il cuore, è quello che si deve coltivare, ed è anche quel tipo di memoria che serve a tramandare non tanto il singolo episodio ma quei valori che possono anche avere finalità pedagogica per i più piccoli e di miglioramento per l’intera società.

Il 19 novembre ricorre invece il quinto anniversario dell’uccisione di Maria Grazia Cutuli, l’inviata del “Corriere della Sera”, assassinata in un agguato in Afghanistan.
La Cutuli è uno degli esempi di come si possa morire per fare il proprio mestiere, o meglio, il proprio dovere.
A volte, il destino è “beffardo”: proprio quando sembra che tutto vada per il meglio, ecco pronta, dietro l’angolo, l’altra realtà (quella che non vorremmo mai incontrare, che stravolge il quotidiano irrompendo come un uragano in una splendida giornata di primavera). E infatti, per Maria Grazia Cutuli, dopo una carriera che l’aveva già portata da Catania (sua città natale) verso Milano (dove aveva collaborato con il periodico “Cento Cose” della Mondadori e poi con il “CorSera” dove ha lavorato a tempo indeterminato fino alla sua morte), la svolta era arrivata proprio il 13 settembre 2001, quando dopo gli attentati alle Torri gemelle di New York viene inviata in Afghanistan: partita per Gerusalemme, da qui si era spostata in Pakistan e poi in Afghanistan. Il 19 novembre, mentre si trovava nei pressi di Sarobi, sulla strada che Jalalabad porta a Kabul, a circa 40 chilometri dalla capitale afghana, venne uccisa in un attentato, forse causato da un gruppo di talebani; con lei vennero uccisi l’inviato di “El Mundo” Julio Fuentes e due corrispondenti dell’agenzia Reuters, l’australiano Harry Burton e l’afghano Azizullah Haidari.

Seconda vittima del terrorismo al “Corriere della sera”, dopo Walter Tobagi, dopo la morte, è stata promossa inviata speciale alla memoria su decisione del direttore Ferruccio De Bortoli.
Si potrebbe ancora scrivere molto sulla carriera e sulle qualità professionali di Maria Grazia Cutuli, ma non mi dilungo adesso oltremodo (non è questo ora l’obiettivo), oggi necessita parlarne per non dimenticare. È infatti facile scrivere fiumi di parole commoventi “a caldo”, più difficile resta invece mantenere vivo il ricordo, e non è semplice farlo soprattutto quando tende ad essere veramente sottile il divario fra vera memoria e ammirazione e ipocrisia mista a falsa commozione.

Maria Grazia Cutuli è stata testimone non solo di una delle pagine più drammatiche, peraltro non ancora chiuse, del nostro secolo, ma è stata soprattutto cronista di una guerra più importante, una lotta in cui si combatte senza armi: la guerra della verità. Quella verità, forse per la quale, è stata uccisa.

Ecco perché non si può ricordare Maria Grazia Cutuli solo perché fa auditel o perché riempie le sale alle conferenze (“peccato” infatti che in un alternarsi di varie commemorazioni a Catania - da dove anch’io scrivo - sono molti a ricordare le porte chiuse in faccia ad una giornalista che per vedere riconosciuti i suoi meriti è dovuta andare altrove). Alla luce dei fatti conseguenti alla sua attività lavorativa è ormai troppo facile elogiarne le capacità. Ecco perché ritengo che si debba parlare di Maria Grazia Cutuli non per pubblicità come a volte (per fortuna non sempre) si fa, ma come monito per i giovani e come uno dei simboli di responsabilità e di senso del dovere di fronte ad una professione che è talvolta la più bella e affascinante ma che in altri casi richiede sacrifici (nel suo caso, quello estremo della vita) ai quali ci si trova a far fronte.

In tal senso allora, sia nel caso di Nassiriyah (come abbiamo già detto) sia nel caso di Maria Grazia Cutuli, è importante e doveroso ricordare; in caso contrario, invece, nessuna opera, nessun convegno e nessun monumento o omaggio floreale basterà a mantenere vivo un avvenimento passato e a dare un vero significato sia al 12 sia al 19 del mese di novembre.

Potrebbero interessarti

Articoli

Il Premio Casato Prime Donne 2013 a Linda Laura Sabbadini

A poco più di un mese dal Decreto Legge sul femminicidio, il Premio Casato Prime Donne viene assegnato al direttore ISTAT Linda Laura Sabbadini che, per prima, ha rivelato le dimensioni della violenza sulle donne

03 settembre 2013

Articoli

Reputazione on line fondamentale per il turismo del XXI secolo

Tra difficoltà e diffidenze ecco come affrontare internet e le opportunità che offre

27 luglio 2013