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UNA CHIESA, UN PARROCO. IN UNA STATUA L’IMPORTANZA E LA CENTRALITA’ DELLA DONNA IN AGRICOLTURA

A Gizzeria una iniziativa lodevole: una donna semplice, vestita in costume tradizionale, con il “mandile” sulla testa e un pesante fascio di legna sulle spalle, sorretto dalla “gonnella”. E’ la statua ch’è stata eretta per onorare la figura femminile nel mondo rurale

07 ottobre 2006 | Ada Fichera

Una chiesa, un parroco, una statua. Fondamentalmente la storia si potrebbe riassumere, menzionando questi tre semplici ed essenziali “elementi”. In realtà, è molto di più.
È accaduto a Gizzeria ed è una vicenda che è stata resa nota grazie ad un servizio del “Quotidiano della Calabria”.
Una donna semplice, è stata ritratta in una statua di gesso posta vicino all’ingresso della chiesa di Gizzeria.
Una statua scolpita per ricordare tutti quei sacrifici che hanno fatto le donne di Gizzeria, le donne semplici, vestite con i costumi tradizionali o con gli abiti per lavorare la terra.

Un omaggio alle donne comuni, a coloro che con sacrificio e con dedizione guadagnano ogni giorno il necessario per se stesse e per la famiglia.
Di certo, è stata una bella realizzazione che ha reso onore, più in generale, alla figura della donna che lavora nel mondo dell’agricoltura e della quale spesso invece non si parla.
Una donna alla quale non si riconosce di frequente il merito ma anche il valore.

In un mondo in cui si dà tanto risalto alla donna dello spettacolo avvolta dallo scintillio di abiti griffati e di tendenza, è questa un’ottima dimostrazione che sottolinea e riporta in luce i valori di una vita semplice che può anche essere quella costituita dal lavoro della terra e dalle sue difficoltà.
È un elogio alla quotidianità della gente del popolo, che lavora e senza sensazionalismi partecipa alla vita d’ogni giorno.

A volere la statua è stato don Luigi Malarico, parroco della chiesa del paese, che ha voluto rendere omaggio, oltre che alla donna, anche alla storia e alla tradizione del Sud, alla storia di quella gente che frequenta i banchi della sua parrocchia e che ancora affronta molti disagi.
La statua di una contadina davanti alla chiesa è un monito a non dimenticare i valori della famiglia, dell’ospitalità, del rispetto, della solidarietà, tipici di un mondo semplice e dignitoso come quello agricolo.

Quella contadina è il simbolo di una donna umile ma coraggiosa, è una statua che individua nel sacrificio delle donne la forza del mondo rurale.
Una scelta unica e allo stesso tempo ricca di significati; una scelta che fa la differenza, profondamente opposta a quella che è stata compiuta poco tempo fa nel Salento, dove a Porto Cesareo, è stata posta una statua raffigurante Manuela Arcuri. Iniziativa discutibile e, se vogliamo, eccessiva.
A confronto, un’esaltazione delle donne contadine è certo più emblematica.

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