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L’ETICA DELL’ABUSO
Ci risiamo. I sindacati hanno un peso sproporzionato, ma non si pongono mai in discussione, così che l’impunità nutre oggi di arroganza quanti ricorrono allo sciopero con il solo scopo di causare danni e disagi
06 dicembre 2003 | Luigi Caricato
L'etica dell'abuso. La giornata di lunedì primo dicembre a Milano è stata memorabile, ma in senso estremamente negativo sul piano morale. A dominare lâattenzione non è stato il temuto attentato di qualche estremista islamico, per fortuna; ma il gesto irriverente di unâintera categoria, quella dei tranvieri, che non si pone certo in buona luce quanto ai metodi adottati per danneggiare il prossimo. Lo sciopero attuato contro ogni regola, anticipato senza alcun preavviso, contro dunque il buon senso e contro la benché minima forma di rispetto è stato un segno di suprema inciviltà . La città di Milano è rimasta in ginocchio per un gesto di cui la categoria degli impuniti (oggi i tranvieri, domani chissà ) dovrebbe vergognarsi terribilmente, ma è chiedere troppo, in verità , il richiamarli allâordine. Il rispetto delle regole, soprattutto in un periodo storico come quello attuale, si potrebbe considerare patrimonio comune già acquisito, e invece siamo ancora ben lontani dal verificarne diffusamente i primi riscontri sui lavoratori âsindacalizzatiâ. Evidentemente lâetica dellâabuso è la nuova norma dominante. Far pesare sugli altri i propri problemi, ammesso che lo sciopero sia realmente da considerarsi giusto, è ormai un passaggio obbligato. Con i sindacati che lâItalia si ritrova, ancora immuni come sono da sconvolgimenti e crisi, nonostante si sia entrati in quella fantomatica e tanto abusata âseconda Repubblicaâ, non si può dâaltra parte chiedere nulla di buono. Educare allo sciopero è un valore non avvertito dalla nostra classe sindacale. Lâobiettivo non è certo quello di costruire, ma di sconvolgere la realtà , di scendere in piazza con bandiere e slogan a inneggiare, di far valere la propria forza, anche con modi estremi, pur di frenare lâeconomia di un Paese, non certo con lâintenzione di favorirla. I danni immediati alle aziende milanesi ammontano intanto a 140 milioni di euro; e câè chi se ne compiace, immagino, vista la riuscita dello sciopero. Non câè da rimanere perplessi. I sindacati hanno prontamente preso le distanze, ma è troppo facile fuggire le responsabilità . Mancano veri leader sindacali. Câè il vuoto. Ma anche il diritto allo sciopero andrebbe ridefinito, lâimpunità in certi casi estremi è imperdonabile. Eâ quanto mai comodo cavalcare la protesta senza conseguenze, ma lâetica dellâabuso, si sa, a qualcuno torna utile e vantaggiosa.
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