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INSULTARE E’ LECITO, PAROLA DELLA CASSAZIONE. DUNQUE: SIAMO TUTTI BUFFONI

Alle irruzioni da parte della magistratura siamo abituati. Tutto rientra nel “si salvi chi può”. Da una parte (ricordate anni fa?) si era ritenuto meno grave lo stupro perché la vittima indossava i pantaloni (segno ch’era collaborativa); dall’altra diventa lecito ingiuriare Berlusconi, quindi, per par condicio, tutti

10 giugno 2006 | Luigi Caricato

Non stupiamoci. Siamo abituati alle sentenze della Cassazione. Alcune, le più strampalate, fanno ridere; altre, le più serie, fanno piangere, soprattutto coloro che hanno subito ingiustizia. Però alcune decisioni talvolta sorprendono. E’ il caso dell’ultima barzelletta su Berlusconi, secondo cui ora si può liberamente dare del buffone senza per questo essere condannati. Infatti per i grandi saggi è lecita ogni forma di ingiuria, ovviamente se rientrante nella logica del diritto alla critica. Nel caso specifico di Berlusconi, il signore che l’aveva offeso ha in realtà esercitato una “utile critica sociale”. Infatti, seguendo tale ordine di idee, si può dare volentieri del coglione alla gente; o dello stronzo, se si preferisce alzare il tiro. Tutto, insomma, diventa legittimo scambio dialettico. Con ciò, bisogna riconoscerlo, la Cassazione non è stata così lontana dallo spirito con cui si muove la società odierna. Gli insulti sono pane quotidiano e il contesto in cui si vive è tutto inquadrato in un’ottica da reality show.

Sentenze assurde? Tanto evoluti su alcuni aspetti, tanto arretrati tuttavia su altri. E’ sul fronte della morale sessuale, in particolare, che gli uomini in toga, i grandi saggi, sono soliti peccare di maschilismo. Ricordate il caso di qualche tempo fa? Una donna era stata violentata e i giudici avevano smorzato gli effetti penali di quello stupro, ritenendo la vittima “collaborativa”. Il perché? Indossando i pantaloni, secondo la mente di quei giudici la donna non ha opposto una significativa e robusta resistenza. Già, perché a sfilare i calzoni, l’azione dello stupro diventa come tale più complicata, di conseguenza chi ha commesso violenza sessuale ha meno colpa.

Sì, sentenze assurde. E’ notizia che risale al febbraio scorso: ricordate quando la Cassazione emise una delle sentenze più comiche della storia della Repubblica italiana? Sempre secondo i grandi saggi, lo stupro è da considerare meno grave, comportando di conseguenza il diritto a uno sconto di pena, se commesso a danno di una minorenne non più vergine. Insomma, l’aver avuto rapporti sessuali penalizza chi subisce violenza. Occorre mantenersi vergini, così ha più valore la violenza. Insomma, le sentenze insolite non mancano, quelle più strampalate sarebbero da raccogliere in volume, come per le barzellette di Totti.

Esercitare una critica di utilità sociale. Questa scusa mi piace. Il signore che qualche tempo fa aveva ingiuriato pesantemente Silvio Berlusconi si era espresso con tali testuali parole: “Fatti processare, buffone! Rispetta le leggi, rispetta la Costituzione, rispetta la democrazia, rispetta la dignità degli italiani o farai la fine di Ceaucescu o di don Rodrigo". Bella storia, piuttosto pepata. Insomma, vada pure per il buffone, ma far coincidere Berlusconi con Ceaucescu mi pare un po’ troppo.

E ora? Tutti contro Berlusconi, urrah!. Un gesto di generosa solidarietà nei confronti del Cavaliere è doveroso. Occorre riconoscerlo: è proprio vero che la magistratura ce l’abbia con lui. E’ dichiaratamente di parte. Questo mio giudizio, beninteso, è solo per essere sinceri; perché non c’è alcuna ideologia o sentimento di appartenenza in me. Berlusconi, effettivamente, viene avvertito come l’odiato nemico; e io, che sono fuori dalla politica, per una mia totale estraneità verso le sconcezze che si vanno consumando da ogni parte nel nome della tanto abusata democrazia, posso, senza motivo di essere smentito, sostenere che effettivamente il fondatore di Forza Italia è una vittima da tutelare. E' un panda. Si lascino perdere in questo caso le questioni strettamente giudiziarie, quelle ancora aperte – sulle quali non è nostro compito intervenire, perché terreno di una magistratura si spera obiettiva – la verità, invece, è che la demonizzazione nei confronti dell’uomo Berlusconi è contro ogni forma di buon senso e di onestà intellettuale. Nessuno però ha il coraggio di ammetterlo, perché fa comodo recitare la parte dei “giusti” immacolati, senza ombra di peccato. E allora, sì: tutti contro Berlusconi, e si reciti pure un urrah! di giubilo.

Elogio dell’insulto. Ed ora che c’è il via libera ufficiale, si dia dunque sfogo agli insulti. Così, armati di una pur minima dose di rabbia, una raffica di vaffanculo è già pronta a sortire i proprio effetti. E’ una sorta di medicina affrancatrice dell’anima, per certi versi. E, per chi volesse approfondire il tema, ecco fresco di stampa un libro del cinese Liang Shiqiu, La nobile arte dell'insulto, edito da Einaudi, contenente le dieci regole per insultare bene e con maggiore efficacia. Ma per quanti volessero approfondire ulteriormente, anche lo scrittore Jorge Luis Borges propagandava l’insulto quale forma d'arte codificata, tanto che in Storia dell'eternità si legge un coinvolgente capitolo proprio sull’arte di ingiuriare. E buon insulto a tutti, dunque, nel nome della Cassazione e dello Stato italiano.

Lo sdoganamento del coglione. Così, dopo lo sdoganamento dell’appellativo "coglione", efffettuato da parte di Berlusconi lo scorso aprile, con la viva soddisfazione e complicità di chi ha scelto perfino di indossare t-shirt con la scritta “io sono un coglione”, ecco a voi la lode stralunata al coglione, targata François Rabelais: link esterno

Notizia dell'ultima ora: attenzione alle zone erogene. Ecco un caso su cui non c'è da discutere. E' stata depositata venerdi 9 giugno una sentenza della suprema corte inerente ai palpeggiamenti. Questi vannno esercitati con molta circospezione: "il punto focale - si legge - è la disponibilità della sfera sessuale da parte della persona che ne è titolare". Compreso? Quindi, attenzione, al momento di un'avances si chieda prima il permesso: "posso accarezzarti?". Pazienza se si perderà l'effetto magico dell'attrazione, però, si sa, le relazioni interpersonali costituiscono materia di difficile interpretazione. Comunque sia, nel caso della più recente sentenza, si legge espressamente che "il riferimento del sesso non deve limitarsi alle zone genitali, ma comprende pure quelle ritenute erogene". Come giudicare tale sentenza? Equilibrata, perché nel caso specifico c'era l'elemento della costrizione e dell'abuso di autorità. Un poliziotto, infatti, aveva costretto una collega di grado inferiore a subire baci sul collo, e poi tentato di baciarla sulle labbra dopo averla stretta a sè con forza all'interno di un'automobile di servizio.

Cosa ci auguriamo? Che le sentenze della Cassazione sia meno altalentanti, perché non può valere il principio della diversità di approccio, variabile in base alla mentalità di chi è chiamato a giudicare. Altrimenti il senso della giustizia resta un puro incontro con il destino, dove ci si salva solo se si è fortunati.

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