Articoli

I TEMPI CAMBIANO: DALLO STADIO ALLE PROCURE. E LO CHIAMAVANO SPORT!

Il campo non è più il luogo delle emozionanti performance, non ha più nulla da dire, nulla da riferirci. Purtroppo. Il gioco del calcio era capace di unire i gruppi più eterogenei; era portatore di ideali troppo preziosi. Ora sta conoscendo una triste stagione di declino

27 maggio 2006 | Ada Fichera

Un tempo si chiamava “Sport”, oggi non sappiamo più come definirlo.
Il nostro protagonista si mette in disparte da sé, quasi fosse di un’altra epoca (ha ragione!). Sa di essere “superato”.
Il campo non è più il luogo delle sue emozionanti performance, non ha più nulla da dire, nulla da riferirci.
Era capace di unire i gruppi più eterogenei; era portatore di ideali troppo preziosi, troppo nobili perché qualcuno della società odierna si dedichi ad esso.
Eppure hanno l’ardore e il coraggio di dirci che quello che oggi osserviamo si chiami ancora “Sport”.
Increduli e attoniti, assistiamo alla “morte” di una di quelle poche cose belle che ci erano ancora rimaste in mezzo a tanta ipocrisia e ad altrettanta dilagante disonestà.
Adesso non è più pulito nemmeno lo sport…Ma forse già lo sapevamo, anche se non arrivavamo ad immaginare tanto.

Dopo che le illegali scommesse e l’orrore del doping avevano già ammalato un settore prima cristallino, oggi assistiamo alla definitiva “sepoltura” di “quello che era e non è più”.
È andata sbiadendosi la voglia di imparare. Si è oscurata giorno per giorno una disciplina che ha reso generazioni di atleti poco a poco migliori, e non soltanto sul campo di gara, ma migliori come persone.
Del resto, un calcio travolto da ignobili scandali non ha più niente da insegnare a nessuno.

Determinazione, sacrificio, onestà non fanno più parte di quello che oggi con presunzione si ostinano a definire “sport”.
Ma non chiamatelo più così! Per favore! Rispettate coloro che dello sport custodiscono, convinti, un concetto ben più alto e “glorioso”…
Non è poi il solo calcio, in seguito allo scandalo di “Moggi e compagni” e della ribattezzata “Calciopoli”, a segnare la fine di valori e dinamiche storiche.

Sebbene il calcio è il primario imputato, ad esserne coinvolto è l’intero sistema sportivo nel senso che vengono chiamate in causa le fondamenta etiche dell’intero ambiente. E questo, onestamente, ci preoccupa di più.
Il mercato senza pudore e dignità che ha infangato il mondo sportivo ci inoltra in un’altra zona scottante della questione.

Si pagherà per tutto questo? Lo speriamo, ma crediamo che sia l’ennesima bolla pronta a dissolversi al primo soffio di vento.
Non vorremmo assistere ai soliti scandali per cui tanto si chiacchiera e poi meno si agisce.

Svuotato della sua primaria essenza fatta di sana competizione e di lealtà, non resta che il fantasma dello sport di un tempo.
Auspicare ad un ritorno agli “antichi splendori”? Ad uno sport praticato e gestito con il cuore e non con il “vil denaro”? A quando gareggiare aveva ancora il suo senso?

È ciò che vorremmo provare a fare, o almeno forse è ciò che ci resta da fare di fronte ad uno sport snaturato e massacrato, perché rimaniamo ancora fra quei pochi (ancora qualcuno esiste) che amano lo Sport profondamente e fermamente; ma il vero Sport, quello che con la S maiuscola, quello che un tempo era definito tale, gloria di un’epoca e di una società che non esistono più.

Potrebbero interessarti

Articoli

Il Premio Casato Prime Donne 2013 a Linda Laura Sabbadini

A poco più di un mese dal Decreto Legge sul femminicidio, il Premio Casato Prime Donne viene assegnato al direttore ISTAT Linda Laura Sabbadini che, per prima, ha rivelato le dimensioni della violenza sulle donne

03 settembre 2013

Articoli

Reputazione on line fondamentale per il turismo del XXI secolo

Tra difficoltà e diffidenze ecco come affrontare internet e le opportunità che offre

27 luglio 2013