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ANDARE IN VACANZA SENZA IL PERMESSO DEL PRESIDE? ASSOLUTAMENTE NO, IN INGHILTERRA E’ REATO

I giudici hanno stabilito che deve essere la scuola, e non i genitori, a decidere se uno studente può saltare le lezioni ed essere condotto in vacanza durante il periodo scolastico. Diversamente si incorre in un reato penalmente perseguibile

11 marzo 2006 | Ada Fichera

Vacanza a scuola? No, se non autorizzata dal preside. Almeno in Inghilterra.
Per i bambini inglesi, l’antica “calia” o “sega” (…a seconda delle regioni…) da scuola è soltanto un vecchio ricordo; da oggi (pensate!), è vietato per legge.
Purtroppo, non stiamo scherzando; la notizia è dell’8 marzo ed è stata pubblicata dal quotidiano “La Repubblica”.

“Secondo quanto ha deciso l’Alta Corte di Londra, infatti, i genitori che faranno perdere giorni di scuola ai figli per portarli in vacanza senza il permesso del preside, commetteranno un reato.
I giudici, infatti, hanno stabilito che deve essere la scuola, non i genitori, a decidere se uno studente può saltare le lezioni ed essere portato in vacanza durante il periodo scolastico.
Dunque, i genitori possono andare incontro a un reato perseguibile penalmente se decideranno, dopo aver avuto il “no” di preside e professori, di infrangere la legge. La decisione è arrivata dopo che una donna aveva concesso alle proprie tre figlie di “marinare” la scuola per una settimana e rimanere a casa. Il periodo, infatti, coincideva esattamente con le finali di una competizione di ballo.
La donna, così, è stata accusata dall'autorità educativa di Bromley di trasgredire all’Education Act del 1996 per aver fatto disertare la scuola ai propri figli. Non è tutto: le ragazze si assentavano spesso, sia per motivi di salute, sia per motivazioni più frivole, come il traffico intenso della mattina o l'avaria della macchina. La condotta delle tre studentesse era abbastanza buona, così come i loro voti. I giudici, allora, avevano chiesto in prima istanza alla donna di prestare una cura maggiore nell'educazione delle proprie figlie. L’autorità scolastica locale, però, ha chiesto ai giudici di rivedere la propria posizione in sede di appello. E così, ieri, l'Alta Corte ha stabilito che i magistrati di primo grado avevano male interpretato la legge. Di qui la pronuncia, e quindi la denuncia, che crea un vero e proprio precedente che tutti i genitori dovranno, da ora in poi, tener presente
”.

Il problema in Inghilterra non è sorto comunque di recente, ma ricorda persino episodi analoghi illustri.
Nella questione è stato infatti coinvolto, qualche anno fa, anche il primo ministro britannico.
Nel 1999, infatti, Tony e Cherie Blair ebbero uno scontro col preside del London Oratoy School quando portarono i propri figli in vacanza alle Seychelles: il periodo, infatti, coincideva con l’inizio delle lezioni.
Davvero, il caso ha i tratti dell’inverosimile. È un provvedimento che invade nella sfera familiare, sulla quale la scuola non dovrebbe avere autorità.

Certo, si sa, esagerare a scuola con le vacanze ingiustificate è nocivo per gli studenti, non solo ai fini didattici, ma per una questione formativa degli alunni. Gli studenti devono essere educati al senso di responsabilità verso quello che è la loro primaria occupazione, ma, ogni tanto, un’eccezione si può concedere; in fondo, a volte ce la “permettiamo” anche sul lavoro.
Una vacanza, anche se in un periodo non di ferie, è pur sempre un momento per trascorrere un po’ di tempo con la famiglia, per condividere dei momenti di svago e di gioia, e può divenire anche produttiva scolasticamente (dopo una pausa, al ritorno si studia meglio!). Può inoltre essere persino educativa: per far capire ai più piccoli che, è importante il lavoro, la scuola e tutto il resto, ma non si vive solo di questo. A volte, una gita o una visita di una città sconosciuta ci “completa”.
E poi, in Inghilterra, ci saranno di certo problemi più gravi da risolvere, anziché pensare alle assenze scolastiche.
Un provvedimento simile rasenta l’assurdità! E voi? Che ne pensate?

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