Articoli
IL CROCIFISSO PUO’ RIMANERE NELLE AULE. UNA GIUSTA DECISIONE
E’ il simbolo più idoneo a esprimere l’elevato fondamento dei valori civili. Così sentenzia il Consiglio di Stato. Nonostante le battaglie di alcuni, intenti a eliminarlo dai luoghi pubblici, si compie un significativo passo in avanti: non è un suppellettile e nemmeno un oggetto di culto
25 febbraio 2006 | Ada Fichera
Finalmente una buona notizia: il crocifisso rimarrà nelle aule e nei luoghi pubblici.
à del 15 febbraio, la notizia della sentenza emessa dal Consiglio di Stato che ha stabilito la permanenza del crocifisso nelle scuole, perché âè simbolo idoneo ad esprimere lâelevato fondamento dei valori civiliâ che hanno unâorigine religiosa, ma âche sono poi i valori che delineano la laicità nellâattuale ordinamento dello Statoâ.
Ricostruiamo brevemente la vicenda.
Nel 2003, il signor Adel Smith, residente ad Ofena, piccolo paese in provincia dellâAquila, chiede la rimozione del crocifisso dallâaula scolastica frequentata dal figlio.
Il tribunale dellâAquila, con sentenza del 15 ottobre dello stesso anno, gli dà ragione e ordina al preside della scuola la rimozione entro 30 giorni.
La sentenza solleva immediatamente una âlevata di scudiâ da parte di coloro che considerano la decisione improponibile e vedono giustamente il crocifisso come simbolo inscindibile dellâidentità italiana.
Nel febbraio 2006, si ottiene la decisione definitiva: il crocifisso non si tocca!
LâEurispes, allâinizio del 2006, a testimonianza del valore di tale âdibattitoâ, ha realizzato unâindagine finalizzata a misurare la percezione di questa tematica presso lâopinione pubblica. Il risultato complessivo è stato il seguente: lâ80,3% degli intervistati ha dichiarato di essere favorevole al crocifisso nelle scuole e nelle Istituzioni statali.
Il crocifisso rimane dunque nelle aule scolastiche, e non perchè sia un «suppellettile» o un «oggetto di culto», ma perchè «è un simbolo idoneo ad esprimere lâelevato fondamento dei valori civili» (tolleranza, rispetto reciproco, valorizzazione della persona, affermazione dei suoi diritti, etc...) che hanno unâorigine religiosa, ma «che sono poi i valori che delineano la laicità nellâattuale ordinamento dello Stato».
à stata una decisione pienamente giusta, che finalmente determina una chiara risposta a chi vorrebbe cambiare le abitudini, le tradizioni e quindi il modo di vivere del nostro paese.
Il crocifisso è un simbolo di rilevante valore per la nostra nazione e nessun musulmano può pretendere di mutare le nostre credenze e i nostri valori.
Del resto, state pur certi che se la vicenda fosse capovolta, ovvero, se una situazione analoga si fosse verificata in un paese islamico, nessuno si sarebbe certo lasciato prendere dal pensiero di cosa avrebbe âurtatoâ la nostra sensibilità .
Anzi, lì stanno molto bene attenti a far coprire con il velo i capelli delle donne occidentaliâ¦
Chi si è tanto prodigato per questa causa, anziché essere grato della nostra accoglienza e ospitalità , tenta in modo subdolo di decidere poco a poco a âcasa di altriâ.
Non è infatti solo una questione religiosa o esclusivamente di interesse dei cattolici italiani, ma questa coinvolge tutta una serie di valori e di principi relativi alle regole di convivenza e diviene quindi di attenzione per lâintero paese.
à vero che lâItalia non riconosce la religione cattolica come ufficiale, però è anche giusto ricordare la nostra cultura religiosa.
Il crocifisso è simbolo di civiltà e testimonianza della sua radice storica, ha valore universale indipendentemente dalla specifica confessione religiosa.
Tale sentenza è dunque una bella soddisfazione e una giusta vittoria per lâItalia!
Potrebbero interessarti
Articoli
Il Premio Casato Prime Donne 2013 a Linda Laura Sabbadini
A poco più di un mese dal Decreto Legge sul femminicidio, il Premio Casato Prime Donne viene assegnato al direttore ISTAT Linda Laura Sabbadini che, per prima, ha rivelato le dimensioni della violenza sulle donne
03 settembre 2013
Articoli
Reputazione on line fondamentale per il turismo del XXI secolo
Tra difficoltà e diffidenze ecco come affrontare internet e le opportunità che offre
27 luglio 2013