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LE VIGNETTE SU MAOMETTO? IL SOLITO PRETESTO PER LA SOLITA GRATUITA VIOLENZA
Sangue su sangue la civiltà arretra. Dio non è mai contro, perché Dio è puro amore; ed è solo il grande male presente nel cuore degli uomini a far precipitare nel baratro del nulla chi si spaccia prossimo a Dio senza esserlo. La fede è amore, non barbarie
11 febbraio 2006 | Ada Fichera
Cinque persone sono morte in Afghanistan e una in Somalia durante le manifestazioni di protesta contro le vignette su Maometto, pubblicate da un giornale danese, lo scorso settembre.
Un soldato americano è stato ucciso durante un attacco di miliziani, probabilmente talebani.
A Mehtarlam, capoluogo della provincia orientale di Laghman, dove si è svolta la prima dimostrazione, tre persone sono morte, raggiunte da colpi di arma da fuoco.
Altre due vittime a Bagram, quando un gruppo di dimostranti ha tentato di entrare in una base militare americana ed è stato fermato dalla polizia afghana, che ha sparato in aria.
Tensioni e proteste anche in Indonesia, dove centinaia di persone si sono radunate davanti allâambasciata della Danimarca, a Giakarta, per manifestare contro la pubblicazione delle caricature del profeta Maometto.
Infine, sembra che anche lâuccisione del sacerdote italiano in Turchia abbia dietro il movente delle reazioni alle vignette imputate.
Sono solo alcune delle vicende conseguenti a tale âquestione satiricaâ.
Fermo restando che, in nome del rispetto e della tolleranza, sarebbe sempre meglio evitare lâironia su soggetti legati alle religioni, siamo comunque convinti che esista un limite in tutto.
Le vignette per quanto offensive e, forse, blasfeme, restano tuttavia âcarta disegnataâ.
Scusate la banalità , ma nessuna vignetta per quanto inadeguata, giustifica un dazio pagato con la vita di alcune persone!
âVignettaâ non è associabile a âvitaâ.
Uccidere per delle vignette è ignobile, è un atto vile, eccessivo, privo di giustificazioni.
La vicenda si colora di tutte quelle caratteristiche che si manifestano come una scusa. Sì, una scusa per mettere in piazza la violenza, per uccidere, per manifestare gli ideali fondamentalisti ed estremisti.
Le vignette sono state uno dei tanti e dei soliti input âper fare guerraâ.
Gli episodi odierni testimoniano, ancora una volta, che è sempre più difficile immaginare un dialogo tra mondo occidentale e mondo islamico.
Se, infatti, ogni pretesto è valido per dare vita a sanguinose sommosse, come dare spazio a ideali di pace?
Ci assilla, infine, una domanda: adesso, cosa dunque dovremmo fare per âvendicareâ la morte del povero sacerdote italiano in Turchia?
Se delle vignette hanno potuto attivare una tale ira, considerando il valore di una vita umana, come dovremmo ârispondereâ a simili assurdi episodi?
Stando ai fatti, non parliamo allora di religione, non celiamo il tutto dietro la difesa di ideali o della propria patria, perché non câè niente di tutto questo. Quello di cui fanno parte tali persone è il mondo dâimpronta hobbesiana, dove si âparlaâ solo con la violenza, dove lâuomo è solo un istintivo lupo per gli altri uomini, dove non esistono ragioni, né giustificazioni e dove non si dà rilievo nemmeno alla vita umana.
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