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UNA DOMENICA “IN” FAMIGLIA DAVANTI ALLA TV? SI’, MA CON UNO SPETTACOLO INDECOROSO TARGATO RAI

Ovvero: di tutto, di più. La volgarità va ora in onda in qualsiasi fascia oraria. Non c’è più freno al degrado. Per rincorrere l’audience si è pronti a tutto. E' giunta l'ora di interrogarci su cosa infine si voglia dal sistema televisivo

28 gennaio 2006 | Ada Fichera

Non vogliamo recitare la parte di quelli che si scandalizzano, non vogliamo indossare la maschera del perbenismo, né intendiamo interpretare il ruolo dei severi critici (seppure quest’ultimo è forse il ruolo che più ci compete o al quale modestamente ci sentiamo chiamati). Stavolta parleremo da spettatori; sì, da spettatori indignati che hanno assistito ad uno spettacolo ignobile.

Il caso Pappalardo-Zequila (che si sono volgarmente insultati e minacciati in diretta, dando vita ad un’indecente lite nel corso di “Domenica In” del 22 gennaio scorso) è balzato sulle prime pagine dei maggiori quotidiani e ha arricchito (se così possiamo dire) le scalette dei più importanti telegiornali nazionali.

La televisione è, o meglio dovrebbe essere, un mezzo di intrattenimento per spettatori di tutte le età. Se poi è domenica, ecco allora che l’utenza è composta nella maggior parte dei casi da famiglie, che certo s’aspettano di assistere a qualcosa di meglio di quanto è successo l’altro giorno.
Certo, il direttore di Raduno, Fabrizio Del Noce, ha momentaneamente sospeso la trasmissione, deplorando l’accaduto, e manifestando l’intenzione di aprire un’inchiesta interna, ma ciò che più colpisce, e a cui sinceramente non crediamo, sono “l’onestà” e le scuse della conduttrice.

Troppo facile lasciare scatenare la rissa e poi scusarsi “a disastro avvenuto”!
La lite si è lasciata evolvere e, in seguito, degenerare, perché pagava troppo bene in termini di audience. E una “volpe” che da decenni fa televisione, questo lo sa molto bene.
Dunque, a tal punto, sarebbe stato meglio evitare sia le scuse, sia la recita di una sua innocenza.
Anzi, conoscendo i soggetti in questione, la lite era una delle più probabili possibilità. Magari, forse, non si immaginava in questi termini, ma erano di sicuro prevedibili incresciose conseguenze.
È come mettere la paglia vicino al fuoco e poi dirsi meravigliati e mortificati del fatto che si sia bruciata!

Tornando alla questione della televisione e delle famiglie, qui si riprende un dibattito già più volte aperto: il mezzo televisivo deve intrattenere con intelligenza, ma soprattutto con decenza.
Nessuna famiglia e, comunque, nessuna persona, bambino o adulto che sia, trova piacevole l’accendere la Tv e vedere due “illustri” personaggi che urlano e si minacciano con arroganza e volgarità davanti ad una telecamera.

Non sono solo polemiche, sono dati di fatto. Non c’è niente di bello; nemmeno un’alimentata e diffusa curiosità possono rendere piacevole un simile show.
Non si tratta di volere una televisione che faccia solo documentari o programmi istruttivi, ma devono esserci anche programmi di svago, purchè quest’ultimo sia sano e ben pensato. Anche il divertimento, attivato in termini di intrattenimento, infatti, può essere educativo o, in questi casi, diseducativo.

Vanno selezionati sia i dibattiti, sia soprattutto i messaggi che passano anche attraverso i gesti, i modi di vestire,…
Nell’ambito della polemica Pappalardo-Zequila, si è data voce alle proteste, alle indignazioni dell’opinione pubblica e anche delle relative istituzioni, perché si è davvero esagerato. Comunque anche in altre situazioni, che magari non scatenano la bufera di questi giorni, ci sono momenti televisivi inadeguati, ed è grave in ugual misura che vengano trasmessi.

Deve appunto andare in onda un po’ di tutto: la cultura, il divertimento, il confronto,…ma è essenziale che ad andare in onda non siano la maleducazione e la volgarità. A quelle proprio non vogliamo assistere, e crediamo di farci portatori di una, se non globale, ma di certo diffusa, opinione comune.

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