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GUSTI E ABITUDINI MUTANO REPENTINAMENTE. SIAMO DAVANTI A UNA GENERAZIONE DI INTERNAUTI

Tra i mezzi di comunicazione la priorità viene data alla televisione, ma, a sorpresa, anche il piacere della lettura non è da meno. Significativo l’apprezzamento per Internet. Intanto, I giochi tradizionali si avviano anch’essi al tramonto

26 novembre 2005 | Ada Fichera

Se la televisione è come una calamita per i bambini, non possiamo affermare lo stesso per radio, giornali e quant’altro; a questi, pensate, i piccoli preferiscono un libro.
Dal “Sesto Rapporto Nazionale sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza Eurispes-Telefono Azzurro”, presentato il 18 novembre scorso, sono emersi molti tratti interessanti e che delineano gusti e abitudini dei “bambini della nostra epoca”. Fra questi si parla anche dei mezzi di comunicazione più apprezzati da quest’ultimi e dei valori ai quali i più piccoli danno priorità.
Cominciando dai media, la classifica vede in testa la televisione, prediletta dal 39,2% degli intervistati, seguita, a sorpresa e con nostro grande piacere, dai libri (20,8%), i quali sono di gran lunga preferiti, come inizialmente anticipavamo, ai fumetti e alla radio.

In Italia, ci sono parecchi appassionati lettori. Circa un bambino su tre afferma di leggere da uno a tre libri l’anno e più del 20% supera addirittura i dodici libri in un anno.
Significativo anche l’apprezzamento per Internet, considerato il mezzo di comunicazione preferito da circa un bambino su dieci, mentre pochi, fra i piccoli intervistati, preferiscono riviste e giornali. Siamo davanti ad una generazione di piccoli “internauti”!

E il telefonino? La metà del campione degli intervistati possiede un cellulare. Molti di loro utilizzano forme di abbreviazione nella scrittura di sms, conoscono bene tutte le funzioni dei telefonini e sanno anche utilizzarle con facilità, mentre sono poco più del 10% coloro che non utilizzano il cellulare per inviare messaggi.
I “tecnologici” “bambini post-2000” amano impiegare il tempo libero con svaghi altrettanto “elettronici”. Tendono sempre più a divertirsi con videogiochi e play-station che sono seguiti, solo in lontananza nella classifica, dai giochi da tavola.
Pochissime le bambine che giocano ancora con le bambole, e ancor meno sono coloro alle quali piacciono i peluches. Esiguo anche il numero di quanti si dilettano con costruzioni e puzzle.

Che dire? I giochi, che per generazioni hanno intrattenuto dopo i compiti i più piccini, si avviano anch’essi al tramonto, per lasciare spazio a monitor e joy-stick.
Per fortuna, sopravvive ancora una certa creatività, che, insieme alla passione per la pittura, fa del disegno un’attività abituale per la maggioranza dei bambini,.
La maggior parte dei bambini dichiara di andare spesso a mostre e musei, e non perché costretto o trascinato dai genitori oppure perché invogliato e trascinato dall’insegnante di turno, ma semplicemente ritiene piacevole andarci.
Oggi svanisce però, quasi definitivamente (escluse poche minoranze) l’idea romantica dei genitori che raccontano le favole ai figli. Tristemente abbiamo appreso che ben 1/4 dei bambini non hanno mai ascoltato favole raccontate dai loro genitori.

Per quel che riguarda invece il mondo dei valori, abbiamo delle confortanti notizie.
L’amicizia e la famiglia, infatti, vedono attribuirsi rispettivamente molta importanza dai nostri piccoli protagonisti, insieme alla religione che suscita interesse ed è considerata da tanti rilevante.
Se inoltre fate “salti mortali” per regalare ai vostri pargoli quiete, benessere e comprensione, ma pensate che loro non lo capiscano, vi sbagliate! La maggior parte dei bambini coglie la disponibilità dei genitori a fare sacrifici per loro e circa tre intervistati su quattro avverte la capacità e la volontà di capirli e gran parte degli intervistati dall’Eurispes li considera come un modello di comportamento.

Contro queste buone considerazioni, c’è però una “nota dolente”, seppur costituita da una minoranza: un bambino su dieci lamenta l’assenza del genitore.
I soldi conquistano anche i più piccoli, che in molti li ritengono fondamentali. Mentre sul tema del successo c’è una frammentazione: alcuni non gli attribuiscono alcuna importanza, altri l’assegnano ma in misura marginale, pochi si dichiarano abbastanza interessati e ancor meno gli danno priorità.

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