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L'ALTRA ANIMA DELL'AMERICA. RIVIVE L'EPOCA DEL FAR WEST

L'uragano Katrina, oltre a fiumi di fango, morte e devastazione, oltre alle polemiche sui ritardi nei soccorsi ha fatto affiorare le più stridenti contraddizioni dell'America. Terra di libertà e democrazia ma anche di violenza e prevaricazione. Gli Usa hanno dato, in questa circostanza, la peggiore immagine di sè

10 settembre 2005 | Ada Fichera

Quando il paese più all’avanguardia del mondo mostra un aspetto di sé completamente diverso, riflettere e commentare diviene quasi spontaneo; e non credo che questo avvenga solo per chi, per ragioni di lavoro come noi, è costretto a seguire, e con occhio critico, gli eventi, ma penso che sia così un po’ per tutti.
Ecco perché non si può tacere su alcuni aspetti recentemente manifestatisi in seguito all’immane tragedia abbattutasi su New Orleans a causa dell’uragano “Katrina”.
L’America, da molti considerata il continente del progresso, il “mondo migliore” a cui dovremmo, dico dovremmo, o vorremmo, ispirarci, ha dato mostra di se stessa in modo davvero orribile, tanto da spingerci a chiederci, e più che altro a chiedervi: l’America è davvero migliore rispetto a noi?
Lascio ai lettori le risposte, di certo molteplici. Personalmente credo di no; e già lo credevo da prima. Non per stupido ed infondato “anti-americanismo”, ma secondo dati di fatto.
In una New Orleans devastata da “Katrina”, è emersa ancora una volta la violenza in un paese che ne conosce meglio di qualunque altro le tante sfaccettature, una violenza nascosta nei meandri di una società che vuole mostrare il suo volto migliore, che vuole imporsi per la potenza economica e per l’avanguardia, ma che non progredisce, anzi regredisce, sul piano umano.
Ha ben detto, all’Adnkronos, Massimo Teodori, docente di Storia dell’America presso la facoltà di Scienze Politiche all’Università di Perugia: "La conseguenza politica del disastro naturale in Louisiana non sarà rappresentata tanto dalle accuse di inefficienza al Presidente Bush e alla sua amministrazione, quanto dalla riscoperta della necessità di rilanciare la lotta alla povertà economica e alla marginalità sociale. Si dovrà tornare a guardare a quella che il famoso rapporto degli anni Sessanta sulla povertà negli Usa chiamò "l’altra America".
Già, l’altra America, che si deve impegnare e preoccupare di tener fuori dalle aule scolastiche le armi, che va avanti sulla scia di una società dove tutti i valori divengono relativi in nome, sì di una giusta democrazia, ma al contempo, di un’eccessiva libertà, che se in un primo momento può essere una conquista, in un secondo può rilevarsi come una mina vagante.
Oltre al dolore, alla morte e alla disperazione che una catastrofe simile ha procurato, New Orleans è stata vittima di saccheggi, stupri e omicidi nei campi profughi, ha visto la Casa Bianca nel mirino per i ritardi nei soccorsi... Un’America che ha fornito al mondo una pessima immagine di sé, confermando sempre più la visione di popolo troppo preso dalla competitività internazionale, che vive grazie al motore del progresso tecnologico, ma che s’impoverisce giorno dopo giorno, sul piano morale.
Pensate: può tutto questo essere un vanto?
Con questo, non vogliamo dire che da noi non ci sono certi problemi, non vogliamo essere come quelli che “guardano la gobba degli altri e non vedono la propria avendola dietro la schiena”, ma forse almeno non abbiamo la presunzione di sentirci migliori e, forse, per lo meno ammettiamo di avere bisogno di un rimedio. In seguito a quanto detto, diciamo infine, non sempre l’America “è meglio” dell’Europa! Quindi, sebbene l’America spesso (e a volte anche giustamente) è stata il nostro modello, ci auguriamo che questa, e soprattutto quest’ “altra America”, non sia solo e sempre il nostro esempio, ma speriamo che talvolta, anziché emulare un falso mito, ci impegniamo coscientemente a riscoprire quei valori e quei fondamenti della nostra cultura e della nostra tradizione, che, innanzitutto ci sono propri, e che, infine, spesso abbiamo offuscato in funzione di una illusoria prospettiva di futuro.

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