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TRASPARE IL VOLTO BELLO DELLA SOCIETA’ CON LE GIORNATE MONDIALI DELLA GIOVENTU’

Si può ritenere un evento positivo in contrapposizione alle ondate barbare e violente dei no-global? Lasciamo ai lettori di formulare un proprio giudizio in merito. Un fatto però è certo, a Colonia è apparsa l’anima sana di un mondo che non vuole cedere al male e all’indifferenza

03 settembre 2005 | Ada Fichera

Non importa se hanno dovuto percorrere chilometri spesso anche a piedi, non importa se l’organizzazione qualche volta non ha avuto i riscontri sperati, se hanno patito un po’ di freddo o se sono rimasti, a volte, ore sotto la pioggia o ad aspettare un treno o un pullman. Loro c’erano e, componente fondamentale, erano lì convinti e carichi di fede.

Sono i giovani che dal 16 al 21 agosto si sono recati in Germania, a Colonia e dintorni, per prendere parte alle Gmg, ovvero alle Giornate Mondiali della Gioventù, per pregare, per riflettere e per cercare e ricevere “quel qualcosa in più”.

Quasi un milione di giovani giunti da 160 paesi del mondo, 7.500 giornalisti ufficialmente accreditati, ed ancora fotografi, cameraman, volontari,…Tutti lì per la stessa ragione, guidati dalla fede. Non lì per immergersi in un mondo fatto di caos, di musica assordante o peggio di violenza, ma desiderosi di un bagno di fede, di quella fede che, come è stato affermato durante le suddette giornate, “se vissuta con pienezza, può smuovere montagne”.

Sono le montagne dell’odio, e soprattutto di una troppo lunga indifferenza, che quei giovani, andando “con Benedetto XVI” a Colonia, hanno voluto abbattere.
Giovani troppo spesso definiti e giudicati male, troppe volte accusati di essere poco credenti, o violenti e disinteressati a tutto ciò che è profondo. Ogni tanto, invece, possiamo osservare che non è proprio così, o meglio, è reale tale lato oscuro della gioventù di quest’epoca, ma non è sempre questo il volto che mostra. Esiste un volto bello e pieno di speranza, che colora la “nuova generazione” di una prospettiva di futuro abbastanza rosea.
Non hanno fatto nessun danno. Se gridavano era solo per cantare.

Giovani alla ricerca di un divertimento sano, pulito e allo stesso tempo semplice.
Armati di chitarre e di quanto occorre per trascorrere giorni simili, si sono riparati con teli e tende, hanno dormito su materassini gonfiabili da mare o in sacchi a pelo, ma felici di essere su quella grande spianata che ha ospitato la veglia di preghiera; tutti in attesa, contenti e ricchi di valori.

I giovani credono, cercano la preghiera e, nonostante quello che si pensa e spesso erroneamente si dice, sentono il vuoto del materialismo. Sono ragazzi con tanta voglia di spiritualità, tesi a una ricerca sincera di valori autentici per la vita e per l’uomo, sono persone che di fronte al triste momento socio-storico che si sta attraversando hanno bisogno della religione e di qualcosa che vada oltre l’apparenza.

La Gmg è la prova che a dominare non è solo “l’apparire”, ma talvolta riesce a prevalere anche “l’essere”.
I “ragazzi di Colonia” vogliono sentirsi chiamati da qualcosa di grande e a un “progetto” grande; è forte in loro la voglia di spiritualità.
Mentre in buona parte dell’Europa si trascorrevano le ferie, molti giovani hanno preferito optare per una “vacanza”, se così possiamo definirla, sebbene sarebbe improprio e riduttivo, decisamente diversa, ma di certo altamente formativa. Un soggiorno alla ricerca di ciò che possa dargli il senso del vivere, una permanenza breve ma che ha dato una “scossa salutare” sia a coloro che erano lì, sia a quanti non hanno potuto, ma hanno seguito l’evento attraverso il televisore.

L’allegria non mancava mai e andava oltre la stanchezza e il freddo.
È emersa, in modo direi quasi prepotente, la coscienza che la liturgia può ancora affascinare i giovani.
“Siamo venuti per adorarLo” è stato infatti il tema di questa Gmg, un tema voluto dal Santo Padre Giovanni Paolo II, il quale ha scelto queste parole dei Magi, tratte dal Vangelo di Matteo, perché ha fortemente desiderato che la Gmg fosse proprio un cammino prolungato nel tempo con l’obiettivo sempre fisso di giungere alla meta per adorarLo, e non un momento ridotto a quelle poche, sebbene significative, giornate. Un cammino, dunque, iniziato il 28 luglio 2002 a Toronto, dove si svolse la precedente Gmg, e che si è protratto fino a Colonia.

Giovanni Paolo II fisicamente non c’è più, ma di certo, sotto un altro “aspetto”, c’era comunque a Colonia, siamo sicuri che dall’alto avrà vegliato su questi giovani, avrà pregato con loro e per loro.
La sua “eredità” è stata a Colonia ben raccolta da Benedetto XVI, il quale, invitando i giovani a non vivere “di un Gesù privato”, contro quell’idea della Chiesa “fai da te”, ha affermato: “Questi ragazzi sono la forza di pace nel mondo”; ha ascoltato con interesse anche le loro richieste: “Ho colto, nei giovani di Colonia, una richiesta: “Aiutateci ad essere discepoli e testimoni di Cristo”.

In virtù di queste conclusioni del Santo Padre, possiamo, non solo rallegrarci per quanto abbiamo già ampiamente evidenziato, ma anche dire che la Gmg non è un evento concluso, ma l’inizio di un nuovo cammino verso la Gmg di “Sidney 2008”.

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