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LA PESCHICOLTURA MEDITERRANEA. INFORMAZIONI E DATI

Nel corso del primo simposio mediterraneo sul pesco, alcuni accademici di livello internazionale hanno fatto il punto su stato dell’arte e della ricerca. Si tratta di una coltura quanto mai votata al dinamismo e alla flessibilità

25 ottobre 2003 | Graziano Alderighi, Graziano Alderighi

Gli atti di questo simposio internazionale, tenutosi ad Agrigento il 10 settembre scorso, racchiudono sicuramente per tutti gli operatori una miniera di informazioni, dati e nozioni impagabili.



Coordinato dal Prof. Tiziano Caruso del Dipartimento di Coltivazioni Arboree dell’Università di Palermo, questo evento ha sicuramente ottenuto lo scopo per il quale era stato organizzato, far incontrare e dialogare ricercatori di tutto il bacino del Mediterraneo, non solo per fare il punto sullo stato della peschicoltura nei singoli Paesi, ma anche per evidenziare i progressi compiuti dalle sperimentazioni concluse o in corso. Con l’auspicio che ci possa essere sempre una maggiore integrazione e collaborazione nel mondo scientifico si è aperta la sessione di lavoro ad opera del Prof . Crescimanno, Presidente del Comitato organizzatore, che ha dato il benvenuto anche agli accademici statunitensi convenuti a presentare la peschicoltura texana e californiana.
Molto interessanti le relazioni italiane, spagnole e greche che delineano il quadro della peschicoltura dei principali Stati produttori a livello comunitario. A parte i problemi agronomici e fitosanitari che i singoli Paesi si trovano ad affrontare nei vari areali produttivi e per le numerose cultivar, interessante notare come tutti convergano su un punto: la grande distribuzione commercializza la maggior parte della produzione (67% in Francia nel 2000) con una tendenza in crescita, creando un oligopolio nella domanda e tenendo bassi i prezzi. Persistendo le difficoltà di aggregazione dei produttori per controbilanciare il potere dei grandi gruppi commerciali i margini di guadagno per i peschicoltori si assottiglieranno sempre più. Solo attraverso appropriate campagne promozionali, il cui costo non è irrisorio, si potranno divulgare i pregi nutrizionali di questo frutto fresco e ottenere una giusta redditività.
Molto curiose ed interessanti anche le relazioni degli esponenti di nazioni non tradizionali produttori quali Egitto, Tunisia, Marocco e Algeria. In queste zone, a fronte di produzioni in forte crescita, le difficoltà agronomiche sono considerevoli e le richieste di varietà e portainnesti in grado di sopportare condizioni climatiche limitanti sono pressanti. Inoltre molto lavoro scientifico si concentra nell’identificazione e studio di varietà o ecotipi locali che potrebbero presentare caratteri di resistenza o tolleranza interessanti, così come pregevoli caratteristiche chimico-organolettiche dei frutti.


Per informazioni e l’acquisto degli atti (solo in lingua inglese) rivolgersi a:
Dipartimento di Coltivazioni Arboree – Università di Palermo
Viale delle Scienze 11
90128 Palermo
Tel. 091423398 Fax 0916521098
Email: arbor@unipa.it

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