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BREVE VIAGGIO NEL CUORE DELL'ITALIA, IL PAESE DELLE CONTRADDIZIONI

Ci atteggiamo a saggi e cultori del sapere, ma poi stupidamente, senza nemmeno capirne il senso più profondo, regaliamo lauree Honoris Causa come fossero gadget a personaggi sicuramente con un seguito mediatico notevole, pur bravi nei rispettivi campi, certo, ma con nessuna attinenza e prossimità con il senso delle istituzioni universitarie

11 giugno 2005 | Ada Fichera

Strano Paese l’Italia!
Sì, davvero strano Paese.
Viviamo di contraddizioni e di controsensi, credendo viceversa di procedere in modo equilibrato e ponderato.
Pensiamo di essere grandi riflessivi, e invece siamo fautori e protagonisti di un’azione illogica dopo l’altra.
L’ennesima prova l’abbiamo data nelle ultime settimane. Siamo stati capaci di scrivere e di leggere “fiumi di parole” sulla morte di Paul Ricoeur, grande filosofo ermeneuta, e sulle sue opere, ed ancora sui referendum, recitando la parte, forse poco consona, di esperti di scienza o di etica, di soggetti particolarmente interessati ai cambiamenti culturali e sociali e ai “fenomeni” di massa; ma, negli stessi giorni, abbiamo consegnato lauree “Honoris Causa” a personaggi che, diciamocelo chiaramente, senza nasconderci dietro false retoriche, non è che lo meritassero tanto.

“Individuazione, chiarimento, sviluppo di grandi opposizioni pratiche e concettuali” era quanto stava più a cuore a Ricoeur.
Temi lontani anni luce da chi, come Vasco Rossi e Valentino Rossi, già da giorni, può appendere una bella laurea incorniciata, con la “sola” differenza di non aver fatto nulla e di non aver sudato per ottenerla.

Una laurea honoris causa anche per Gelso Lo Scimmione, licenza elementare, celibe, spogliarellista part-time

La laurea è diventata ormai un fenomeno di costume o qualcosa di peggio (non saprei)!
Regaliamo lauree come fossero gadget. Viene quasi da chiedersi perché affannarsi e studiare poi così tanto? Che senso continua ad avere?
Nella “nazione dei dottori” si conferiscono titoli senza specifiche e valide motivazioni.
Il punto, infatti, non è il conferimento di un titolo “ad honorem”, ma il fatto che questo venga conferito a persone che non hanno, forse minimamente, nemmeno l’idea di cosa voglia dire, che non hanno portato avanti degli studi o delle ricerche affini o non hanno condotto un’attività pertinente alla laurea assegnatagli.
Ecco allora che Vasco Rossi, anzi scusate il dottor Vasco Rossi, possiede una laurea in Scienze della Comunicazione, pur avendo esordito davanti alla commissione, dicendo: “Mi diverto molto a prendermi in giro, a denudarmi davanti a tutti e a confessare le mie debolezze e i miei errori. Trovo una solidarietà che mi entusiasma e mi consola. Siamo esseri inutili e imperfetti... Ci raccontiamo balle tutto il giorno”.
Viva la competenza e l’eleganza comunicativa!

Ha anche scritto veramente delle belle canzoni, ma da qui a consegnargli una laurea…
Caso ancor più spiazzante è quello che ha visto la consegna della laurea in Sociologia al motociclista Valentino Rossi.
Il perché non è che l’abbiamo ancora ben capito, ma credo non sia colpa nostra. Il perché non esiste. Tutto ciò non ha senso e basta!
Qual è stato il suo impegno e la sua attività sul fronte sociologico?
Opinione pubblica, prospettive di comunicazione, dinamiche di massa…Ci risulta davvero difficile credere che il dottor Rossi ne conosca almeno il significato, considerato che ha affermato: “Ho pochissimo tempo per me e quando ne ho, non ho voglia di fare niente. In televisione non trovo tanti programmi dove poter andare, fare bella figura e soprattutto divertirmi. A me piacciono i Simpson…”. Discorso, davvero di alta cultura…!
Siamo di fronte ad un’involuzione della società e soprattutto della cultura. Si sta svilendo il significato ed il valore di titoli che hanno un’importanza ed un retroscena davvero immensi.

Oggi, anche la laurea perde di prestigio e, permettetemelo, di serietà.
Si sta anni sui libri, si suda materia per materia e poi, con una leggerezza ed una stupidità esorbitanti, si consegna, anzi si regala, quella stessa agognata laurea che ti è costata tanti sacrifici e tante rinunce, a volte anche tante lacrime e tante notti insonni, al primo che sale su un palco e, magari, non sa mettere nemmeno due parole una dietro l’altra.
Diviene qui tanto attuale Nietzche, che scriveva: “Tutti i valori sono caduti, tutti gli elementi saldi, sui quali in passato si fondava l’umanità, sono stati corrosi”.
Allora risuonano, anzi tuonano, con maggiore fragore, le parole di Ricoeur: “Testimonianza del soggetto è il comprendersi di fronte all’altro”. E davvero l’individuo della società odierna ha necessità di comprendersi e di comprendere!

A conclusione, ed alla luce di tutto questo, viene da chiedersi: e se avessimo sbagliato noi a faticare così tanto per quella pergamena che oggi sembra non possedere più identità e dignità?

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