Articoli 06/10/2012

Con il Premio Masi il vino sposa la cultura

Con il Premio Masi il vino sposa la cultura

Un bel traguardo: 31 edizioni, 150 premiati.. La prestigiosa azienda vinicola veneta ha saputo dare un ruolo di primo piano al mondo enoico. Tra i personaggi di quest’anno Gian Antonio Stella, che ha invocato una classe dirigente fatta da forze fresche, dotate di voglia di fare e creatività


Trentuno edizioni e 150 i premiati, dunque, ma soprattutto c’è da evidenziare il forte stimolo dato da una nota Fondazione dal mondo del vino nel dare risalto a interpreti autorevoli della cultura e del sociale italiane originari del Veneto e di fama internazionale. Questo, in poche battute, il significato per una iniziativa, il Premio Masi, che con il passare degli anni non perde smalto. Anzi. Il fermento culturale che mette in luce è tanto. “La scelta di personaggi è molto difficile, c'è solo l'imbarazzo della scelta” ha detto Isabella Bossi Fedrigotti, presidente della Fondazione Masi sabato 29 settembre a Villa Serego Alighieri a Gargagnago, nel cuore della Valpolicella veronese. Al suo fianco Sandro Boscaini, vicepresidente della Fondazione Masi, presidente di Masi Agricola e ideatore dell'iniziativa.

Per tutti i premiati il cerimoniale classico della firma sulla botte storica di Amarone Masi, il momento più emozionante rimane quello della testimonianza, del racconto che fa entrare nel vivo delle professioni, delle vite, dei sentimenti e della storia.

Viva commozione per Giovanni Radossi, direttore e fondatore del Centro di Ricerche Storiche della Comunità Nazionale Italiana di Rovigno, di cui è stata riconosciuta l'opera di salvaguardia e la strenua difesa della memoria della cultura e della lingua italiana e veneta in Istria. “In 76 anni ho visto cambiare ben 7 bandiere” ha detto il “guardiano dell'Istria”, rammentando tentativi di sopraffazione e la necessità sempre più impellente di educare le nuove generazioni ai valori dell'integrazione sociale e culturale e del rispetto. Il tutto da una “piattaforma” di grande prestigio: 47 anni di docenza al Liceo italiano di Rovigno e dal Centro di Ricerche che ogni anno ospita un migliaio di studenti e 800 ricercatori internazionali e promuove un'importante opera di divulgazione.

La necessità di una formazione adeguata e le esigenze delle nuove generazioni hanno costituito i fili rossi con cui hanno intrecciato parole anche la scrittrice Kuki Gallmann, insignita della moneta “Grosso d'Oro veneziano” per il suo impegno a salvaguardare l'ecosistema dell'Africa, e Andrea Battistoni, venticinquenne direttore d'orchestra impegnato a divulgare la tradizione della musica classica italiana ai giovani del web 2.0. “Il problema più urgente è l'educazione - ha detto Kuki Gallmann. In Kenya è particolarmente evidente: la formazione non è all'altezza e del resto non si può creare una generazione di politici che lavorino per il proprio Paese se non ne conoscono l'unicità e la stretta correlazione tra società e ambiente”. La sfida principale dell'Institute of Masters of Wine, insignito del Premio internazionale “Civiltà del Vino” per la sua opera rigorosa di formazione nel mondo del vino è proprio, nelle parole del suo presidente uscente Lynne Sheriff “perpetuare la cultura del vino presso i giovani, rinsaldando il legame tra bere bene, convivialità e tradizione”.

Al giornalista Gian Antonio Stella, autore di libri di inchiesta e denuncia sui vizi nazionali, il compito di concludere con una panoramica sulla politica italiana. Facendo perno sul fatto che “purtroppo a oggi in Italia solo il 64% dei politici è laureato, contro il 94% degli Stati Uniti” lo scrittore ha ribadito che “per avviare una nuova politica è la politica che innanzitutto cambiare. La classe dirigente è vecchia, bisognosa di forze fresche, di fantasia, di voglia di fare e di creatività”. In sala nessuno lo ha contraddetto.

 

di Monica Sommacampagna

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