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COME PRIMA, PIU' DI PRIMA. ECCO I NUOVI SCHIAVI DEL TERZO MILLENNIO

Alle tradizionali forme di schiavitù se ne associano oggi delle nuove, più subdole. Frequenti le vittime tra i bambini. Sono gli indifesi protagonisti di una realtà troppo spesso ignorata. Non c'è più spazio per la dignità della persona. Solo violenza e sfruttamento. Ora si fanno largo pure gli "scafisti del pallone". Occorre reagire

05 marzo 2005 | Ada Fichera

La schiavitù non è purtroppo un fenomeno che possiamo collocare come un evento del passato.
Anche se siamo ormai in pieno Terzo Millennio, la nostra epoca non può esimersi dal fare i conti con questa terribile piaga sociale che annulla ogni diritto umano, che conduce gli sventurati protagonisti in condizioni che non hanno proprio nulla di umano.

A confermarci questa triste realtà è il quinto Rapporto sull’infanzia presentato poche settimane fa, a Roma, dall’Eurispes. Il tema analizzato da tale ricerca è stato “I nuovi schiavi del Terzo Millennio: traffico, commercio e tratta di bambini e adolescenti”.
Attualmente, il concetto classico di schiavitù è stato affiancato da vicende che hanno sviluppato nuove forme tese a schiavizzare un gran numero di minori.

"Laddove la schiavitù esiste, la stessa dignità umana viene negata, portando vergogna a tutti coloro che si professano compassionevoli o impegnati verso i deboli e i vulnerabili del nostro mondo".
È quanto ha affermato il Segretario Generale dell’Onu, Kofi Annan, il 2 dicembre 1997, in occasione della “Giornata Internazionale per l’abolizione della schiavitù”.
Infatti, sebbene resti tuttora un concetto e una realtà che si tende ad associare al passato, la piaga della schiavitù, con tutti gli orrori, le angherie e le umiliazioni che essa comporta, non è scomparsa, ma ha semplicemente assunto nuove forme e inquietanti sembianze. E questo con una particolarità aggiuntiva: se da una parte, infatti, la moderna schiavitù continua a richiamare ricordi deprecabili e ad agitare memorie rimosse; dall’altro si è arricchita di aspetti ed elementi finora sconosciuti e inediti, infatti si è globalizzata e, coinvolge e travolge, non più adulti in piena salute, ma bambini e adolescenti.

È questo il volto più ripugnante della moderna schiavitù. Anche se individuata, descritta e analizzata con parole diverse, è una realtà che possiede un sottofondo comune, impregnato da una pluralità di elementi altamente tossici: violenza, imposizione, dominio, sfruttamento; senza più limiti temporali e spaziali, dal Sud al Nord del mondo, da Est ad Ovest e che rimandano inesorabilmente ad una persona umana ridotta a “cosa”, a “prodotto”, a “consumo”.

L’Eurispes ci informa inoltre che, molte delle vittime di questo squallido e turpe mercato, focalizzato di frequente su minori, vengono rapite da bande legate alla criminalità organizzata internazionale; altre vengono vendute dalle proprie famiglie per necessità di sopravvivenza; e molte, infine, vengono adescate e irretite con lusinghe affettive e sentimentali, false promesse di matrimonio, opportunità di lavoro sicuro e redditizio, miraggi di benessere immediato e gratificante.

Sono quelli che il filosofo Karl Popper definiva gli “underdogs”, ovvero i bambini sfruttati del nostro tempo.
Secondo l’Ecpat (End Child Prostitution, Pornography And Trafficking), il solo giro d’affari della prostituzione infantile supera i 5 miliardi di dollari l’anno; secondo l’Onu e l’Iom (International Organization for Migration) più di 4 milioni di persone sono vittime della tratta e sono 500 mila quelle che ogni anno attraversano i confini di molti paesi dell’Europa, con una destinazione “finale” che annovera Usa, Canada e Australia.
Bambini, giovani donne e adolescenti sono oggi i soggetti più esposti a questa forma globalizzata di schiavitù, basata principalmente, anche se non esclusivamente, sullo sfruttamento sessuale, pilotata e gestita da quella criminalità organizzata internazionale, che arriva a considerarla meno pericolosa, e più redditizia, si pensi, dello stesso commercio della droga.
La conseguenza è che le vittime sono private di ogni elementare e fondamentale diritto, non dispongono di uno status giuridico e sono ridotte, attraverso minacce e maltrattamenti, ad uno stato di totale dipendenza da criminali senza scrupoli.

La nazione che, sempre secondo l’Eurispes, registra il tasso più alto di minori sfruttati sessualmente nel mondo è la Cina, seguita dall’India, dal Brasile e dalla Thailandia.
Sono molte e varie le macro-tipologie del traffico di esseri umani e le più diffuse sono: traffico a scopo di sfruttamento sessuale, lavorativo, in ambito sportivo, al fine di matrimonio “precoce” o forzato, di adozioni irregolari e fuorilegge, di espianto-commercio di organi, per sfruttamento e commercializzazione dei succedanei del latte materno e per farne dei “bambini guerrieri”.

In Italia, secondo l’Associazione Parsec, il 35% delle 50 mila donne straniere coinvolte nel mercato della prostituzione ha un’età compresa tra i 14 e i 18 anni.
Le autorità di polizia e le sezioni anti-crimine denunciano e attestano che il traffico di esseri umani, in particolare bambini e ragazze minorenni, è diventato in pochi anni uno dei commerci più promettenti e redditizi, destinato a soppiantare quello della droga, fino ad oggi detentore del primato assoluto.
A confermarlo è una tagliente dichiarazione di Laura J. Lederer: "A differenza della droga che si vende soltanto una volta, un essere umano può essere venduto e rivenduto più volte". Un’affermazione agghiacciante, ma che ben rende lo squallore della realtà che stiamo raccontando.

Alcune cifre sul traffico di esseri umani, riportate dall’Eurispes, ma le cui fonti sono l’Onu e l’Oim (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), ci documentano riguardo al fatto che: nel 2004, il fatturato annuale del traffico di esseri umani ha registrato un valore di 7 miliardi di dollari; le persone che risultano “schiavizzate” ogni anno sono 4 milioni; ed infine, i nuovi schiavi in arrivo annualmente in Europa occidentale sono 500 mila.
In Italia, dal settembre 2003 all’aprile 2004, sono stati registrati dalla Polizia di Stato 193 reati per riduzione in schiavitù, 39 per “tratta” e commercio di schiavi e 25 per alienazione ed acquisto di schiavi. E purtroppo, questi certificano tutti, dal 2002 al 2004, un aumento.

Presso alcune nazioni estere, sono in vigore, come abbiamo già accennato, i matrimoni combinati, classificati anche come “forzati”. In pratica, si tratta di vere e proprie “vendite” da parte delle famiglie.
A tutto ciò, spesso si associano lo sfruttamento lavorativo e quello di “servitù per debito”, diffuso soprattutto in Pakistan e India, Bangladesh e Nepal, noto come “bonded labor” , ovvero lavoro vincolato. Si tratta di un vincolo che assume le forme di una “consegna forzata” di una bambina o di un bambino ad un “padrone”, a garanzia di un prestito ricevuto o per estinguere un debito contratto da un familiare. La mancata estinzione o la non restituzione del prestito può trasformarsi in sottrazione o sequestro del figlio del debitore, per sempre.

Secondo alcuni dati resi noti dall’Ilo (Organizzazione Internazionale del Lavoro), nel 2004 i minori costretti a lavorare nel mondo sono moltissimi e la maggior parte di questi hanno un’età compresa tra i 5 ed i 14 anni e tutti loro non godono di alcuna protezione. Il 70% è impiegato nelle attività agricole, l’8% nelle imprese manifatturiere, stessa percentuale anche per commercio, ristorazione e settore alberghiero; il 7%, infine, lavora nei servizi sociali e alle persone, come ad esempio i lavori domestici.

Una delle più recenti forme di schiavitù è quella finalizzata all’ambito sportivo e noto come “tratta di baby calciatori”. È uno “spaccato” sociale poco esplorato, anche se rappresenta un’occasione di lucro e di sfruttamento, in particolare di minori stranieri.
Il primo allarme venne lanciato, nel 1991, dal presidente della Federazione calcistica africana: "Gli agenti saccheggiano l’Africa, rubano i bambini a volte anche di dieci anni, li portano in Italia e poi li abbandonano al loro destino".

La tratta ha avuto inizio, pare, quando una società calcistica del Nord-Italia ha acquistato in Ghana tre giovanissimi calciatori a bassissimo prezzo. Dopo qualche anno, di loro non si sa più nulla. Anche altre società fiutano comunque il possibile affare e nella stagione 1998/99, in Italia, i tesserati under 16 extracomunitari sono 5.308 ed i minorenni over 16 sono 1.181.
Le cifre destano scandalo e nell’autunno del 2000, Livia Turco e Giovanna Melandri, ministri dell’allora Governo in carica, in accordo con la Federazione Italiana Gioco Calcio (Figc) mettono a punto un protocollo d’intesa per fermare gli “scafisti del pallone”.
Da allora tutte le società affiliate alla Figc hanno l’obbligo di segnalare la presenza del minore straniero non appena arriva in Italia per il provino.

L’espianto-commercio di organi è un fenomeno denunciato da molti osservatori e testimoni ma, a quanto pare, non ancora appurato e comprovato statisticamente e scientificamente.
Quello dei “pezzi di ricambio” per trapianto terapeutico, prelevati sia da cadaveri sia da corpi vivi, sembra essere comunque uno dei più “promettenti” e oscuri aspetti del traffico di esseri umani.
È dal 1986 che si sono diffuse notizie e denunce sui rapimenti di minori mirati a ottenere organi da trapiantare. Su questo argomento sono state realizzate diverse inchieste televisive: di Monique Robin per la televisione francese, di Jünger Roth per la televisione tedesca.
Lo stesso “Tribunale Permanente dei Popoli” ha esaminato un gran numero di informazioni e ne ha tratto la conclusione che, il commercio di organi infantili destinati al trapianto, soprattutto cornee e reni, è una realtà.
Queste pratiche sono tra le cause dell’aumento del furto di bambini, soprattutto in alcuni paesi dell’America Latina.
I responsabili di questo crudele commercio non stazionano solo nei paesi dove i bambini vengono rapiti o mutilati ma anche nei paesi dove il prelievo di organi viene commissionato e pagato per realizzarne il trapianto. Cliniche clandestine sono state scoperte alla frontiera Nord tra il Messico e gli Usa, lungo una delle rotte fondamentali del traffico di organi.
Il giro d’affari del traffico illegale di organi di bambini in tutto il mondo ammonterebbe ad 1,2 miliardi di dollari annui.
Infine, rimangono scioccanti anche le testimonianze sullo sfruttamento e il turismo sessuale.
Un depliànts turistico olandese, come ha testimoniato l’Eurispes, scrive: "I sex-tours offrono la possibilità di incontrare le più affascinanti e belle creature del Sud-Est asiatico…Avrai l’impressione che avere una ragazza è facile come comprarsi un pacchetto di sigarette".
Testimonianza ennesima di una crudele, assurda, agghiacciante verità.

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