Articoli 29/10/2011

I danni della mancata educazione alcolica

I danni della mancata educazione alcolica

Cosa sta accadendo nel nostro Paese? A fronte di una cultura viticola molto emozionale, la gioventù sembra essersi disamorata del prodotto. Le nostre imprese sono quindi costrette a strategie commerciali sempre più basate sull'export


Si salvi chi può e si cominci a fare cultura all'estero perchè se contiamo sui giovani italiani per salvare il settore vitivinicolo e il buon bere, ci attendono amare sorprese.

Il Censis che ha elaborato i dati in serie storica sulle sei indagini Osservatorio permanente giovani e alcol/Doxa realizzate dal 1991 al 2010.

Nella popolazione giovanile si registra un significativo incremento dei fenomeni di abuso come il binge drinking, riconducibili allo stile parzialmente non alimentare del consumo di alcolici dei giovani, oltre che alla pressione omologante della globalizzazione nei modelli di comportamento. Dalla ricerca emerge poi che birra e superalcolici sono preferiti al vino. Nella nuova realtà socio-culturale italiana è possibile notare una drastica riduzione dei consumi di vino e un lieve aumento del consumo di birra e dei superalcolici. Ma anche una crescita della moda del fuori pasto, un aumento della platea dei consumatori, specie dei moderati e un aumento della percentuale di donne bevitrici regolari. Il consumo di aperitivi e di superalcolici, invece, segnano rispettivamente un incremento del 10% e del 20%, aumento legato alla moda del fuori pasto.

A questo trend sociale corrispondono dati economici.

Si acquista più vino italiano all'estero che in Italia. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Ismea AcNielsen che evidenziano come nel 2010 siano stati esportati 21,5 milioni di ettolitri di vino a fronte di un consumo nazionale di 21 milioni. Lo storico sorpasso si consolida anche nel 2011 con gli acquisti familiari che sono risultati in calo in quantità dell'1 per cento mentre le esportazioni sono in crescita addirittura del 16 nel primo semestre del 2011.

Nel 2010 le famiglie italiane hanno speso più per acquistare acqua minerale che vino: con 19,71 euro mensili per famiglia, l'acquisto dell'acqua minerale e' diventato la prima voce di spesa del bilancio familiare per le bevande e supera il vino per il quale la spesa media mensile e' stimata pari a 12 euro

Si sta letteralmente perdendo una tradizione di cultura vitivinicola, non soltanto per le preferenze dei giovani ma anche perchè il vino sta diventando un prodotto sempre più modaiolo ed emozionale.

Non più una bevanda ma un oggetto di tendenza, da mostrare e occasionalmente bere insieme. Ne è la prova che su Ebay.it i vini più cercati sono quelli più rinomati, Brunello, vini piemontesi e veneti e preferiscono i vini “da collezione” preferibilmente delle annate comprese tra il 1960 e il 1969.

Il vino è poi sempre più legato a fenomeni emozionali e a certi stimoli di marketing piuttosto che alla qualità intrinseca del prodotto. Ad esempio, gli italiani continuano a preferire il tappo il sughero. Secondo una recente indagine Demoskopea, ''anche in tempi di crisi oltre la metà degli italiani intervistati (57%), sarebbe disposta a spendere di più per una bottiglia di vino tappata con il sughero''. In particolare il 90% ritiene che stappare e annusare il tappo renda ''ancora più piacevole il consumo del vino''. Inoltre, la quasi totalità degli intervistati dichiara di ritrovare nel sughero un richiamo alla tradizione (97%).

di Graziano Alderighi

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