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A CHI CI GOVERNA PUZZANO I PIEDI, MA NEPPURE LA SOCIETA’ CIVILE EMANA ODORI GRADEVOLI

Secondo l’antropologa Annick Le Guérer le avversioni verso qualcuno o qualcosa si colgono anche per via olfattiva, seppure il più delle volte solo su un piano puramente simbolico. La dimostrazione di una simile repulsione ce la fornisce il linguaggio di tutti i giorni

23 ottobre 2004 | Luigi Caricato

I poteri dell’odore. L’idea di accostare il fetore a qualcosa che non ci piace appartiene a una sensibilità tipicamente umana, e non solo. Anzi. Leggete l’interessante saggio di Annick Le Guérer per Bollati Boringhieri. Si intitola I poteri dell’odore e offre una lettura davvero insolita, e per certi versi a tratti persino esilarante, riguardo a un tema spesso sottovalutato, ma che andrebbe invece riconsiderato con maggiore attenzione. L’olfatto, e tutto ciò ch’è correlato, offre un campo d'indagine assai esteso e particolareggiato. Gli odori rivestono infatti un ruolo determinante nelle relazioni interpersonali e segnano l’appartenenza o l’estraneità di un individuo a un gruppo.
“Il linguaggio quotidiano – scrive la Le Guérer – esprime avversioni e repulsioni in termini olfattivi. In effetti diciamo non sopportare neppure l’odore di qualcuno, la cosa mi puzza, è un fetente; e di una persona la cui vanità ci irrita diciamo che ha la puzza sotto il naso”.

Fetori/1. E’ notizia ancora fresca d’agenzia, ma nessuno ne ha evidenziato la gravità. Sì, se n’è scritto alcuni mesi fa, è vero, ma ora ch’è un dato di fatto nessuno ha più sollevato la benché minima protesta. Nessuna forma di indignazione perché forse ci si abitua a tutto, probabilmente; o comunque alla fine la gente è così distratta da non pensarci nemmeno. Un fatto comunque è certo: all’orripilante mondo del calcio sono state condonate imposte per 548 milioni di euro. Non è poco. Si tratta di un enorme regalo che il Governo, a nome e con le tasche di quella comunità d’anime dormienti che sono i cittadini, rende in silenzio alle società sportive. Tutti contenti dunque, perché in fondo ai nostri beniamini del pallone stipendio e benefit sono in tal modo garantiti. Non importa poi che a pagare siano coloro che il lavoro lo vivono ben diversamente, sulla propria pelle. Non importa, soprattutto, che a pagare siano coloro che al mondo del calcio rivolgerebbero volentieri un assordante vaffanculo, anche perché non c’è nulla da fare, la realtà è quella che è e non si può certo cambiare. La democrazia è anche questa: o la accetti, prono, o la subisci; oppure neanche te ne rendi conto. Sì, perché molti tra i “cittadini” della Repubblica italiana in realtà sono cittadini di un altro mondo, quello televisivo: sono così impegnati a prendere parte a quel grande circo ch’è la televisione, che appaiono come drogati e persi, svaniti nel grande magma assorbi-intelletti. Sono cittadini la cui anima è stata rubata dalla televisione, o dal pallone, o da altre diavolerie simili, al punto da non capire più e distinguere la realtà dalla finzione, tanto appare falsata la condizione di estraneità nella quale vivono. Le societa' di calcio intanto gioiscono. In silenzio, ma gioiscono. Le misure di condono fiscale introdotte dal Governo ammontano a 548 milioni di euro, secondo quanto ha riferito lo stesso sottosegretario all'economia Daniele Folgora. Si tratta in particolare di un risparmio sulle tasse sostenuto dalle squadre utilizzando semplicemente le nuove leggi. Si tratta - va ribadito - di una misura del tutto legale, su cui non c’è da muovere alcuna obiezione formale, salvo il fatto che parlare oggi di etica è davvero fuori luogo. Ma non sentite, voi che leggete, un acre e maleodorante puzzo di piedi?

Fetori/2.Così su “Corriere.it” il 14 ottobre scorso: “Il Senato ha dato il via libera alla delega ambientale che legittima il condono nelle zone protette. Il governo aveva posto la fiducia su un maxiemendamento che assorbiva l'intero provvedimento. I sì sono stati 158, 2 i no, 1 astenuto. Il centrosinistra non ha partecipato al voto. Il provvedimento passa ora all'esame della Camera”, eccetera eccetera. Sappiamo bene ciò ch’è avvenuto. Non c’è da stupirsi di fronte a tali assurdità. Accadono, sono sempre accadute. L’abuso contro il paesaggio in un'area vincolata non può essere perseguito penalmente, è sufficiente una semplice sanzione amministrativa. Molto bene, la soddisfazione è grande. Per alcuni. E gli altri? Restano invasi da un effluvio micidiale, insostenibile...

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