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TRENTO E LOCRI UNITE DAL VINO. NEL NOME DELLA SOLIDARIETÀ

La cooperazione trentina conferma a monsignor Giancarlo Bregantini il proprio impegno di comunanza e collaborazione con la Locride. Presentate le prime bottiglie di vino e grappa a nome "Terre d'Aspromonte"; ma si va anche oltre, con l'olio, le arance e altro ancora

23 ottobre 2004 | Marco Rossi

Si intensifica ulteriormente il rapporto tra la cooperazione e la Locride. In un incontro oggi con il vescovo di Locri-Gerace monsignor Giancarlo Bregantini, sono state presentate le prime bottiglie di vino e di grappa della nuova collana “Terre d’Aspromonte” prodotte dalla cooperativa “Valle del Bonamico” e imbottigliate nelle strutture della cooperazione vinicola trentina. In particolare la cooperativa produce un passito di Mantonico con il nome di “Canizzi”, che corrisponde alle nostre “Arèle”. E prossimamente arriverà anche il greco rosso dopo la positiva esperienza del greco bianco, commercializzato con il nome di “Rasule” (terrazzamenti). La produzione di vino si affianca a quella dei piccoli frutti, dell’olio e della coltivazione delle arance. “Dobbiamo trasformare la marginalità in tipicità – ha detto mons. Bregantini – Il Trentino può aiutare il sud esportando il proprio modello cooperativo, ma nello stesso tempo aprirsi e guardare a realtà esterne come la nostra arricchendo la propria esperienza di valori e di conoscenze. Siamo fortemente impegnati a creare in Calabria una cultura cooperativa che in Trentino ha dato così grandi frutti. Questi innesti di reciprocità, che stanno diventando sempre più numerosi, vanno in questa direzione”.“Siamo consapevoli – ha affermato il presidente della Cooperativa Diego Schelfi - che aprirci ad altre esperienze significa farci riflettere di più, e riscoprire valori ed esperienze diverse che ci fanno crescere. Il confronto è un elemento di reciprocità che dà valore al nostro essere”.Oggi mons. Bregantini ha raccolto la disponibilità anche del credito cooperativo, attraverso la sottoscrizione di un prestito per la ristrutturazione di una casa confiscata alla mafia e affidata alla Caritas. Dopo il lavori di adattamento diventerà la casa per ex alcolisti. Un piccolo segno che testimonia la voglia di rinascita e la capacità di fare della gente di Calabria. “Da noi – ha detto ancora mons. Bregantini – i segni sono molto importanti”.

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