Gastronomia 26/11/2014

I giovani italiani non amano la convivialità a tavola

Perso lo spirito per cui il pranzo non è solo nutrimento ma anche un'occasione di incontro? Per il 33% dei 50 mila ragazzi intervistati dall'Osservatorio Nestlé-Fondazione ADI lo stare a tavola è puramente una necessità fisica


I giovani non concepiscono i pasti come un momento di condivisione.

A rivelarlo è l’ultimo rapporto dell’Osservatorio Nestlé-Fondazione ADI (Associazione di Dietetica e Nutrizione clinica) dal quale emerge che il 33% dei giovani concepisce il pasto come mero bisogno fisico.

Per fortuna la convivialità viene comunque conservata in famiglia, con il 59% degli intervistati che ritiene la riunione di famiglia per pranzo e cena un elemento di convivialità.

Ma perchè si sta perdendo l'abitudine al pranzo come momento di confronto e scambio di idee, di gioco e scherzi? Si parla sempre meno, ormai i ragazzi guardano la tv, ne 73% dei casi, e una ragazza su 5 usa il cellulare anche a tavola.

Gli stimoli derivanti da telefonini, pc e televisione prendono il sopravvento così non solo sulla conversazione ma anche sul gusto e la varietà del cibo, con le relative conseguenze, che non riguardano solo la perdita di uno dei piaceri della vita.

La risposta cerebrale agli stimoli può influenzare i comportamenti alimentari e dagli stessi essere influenzata.

Si sbaglierebbe, però, a dare la colpa solo alla tecnologia.

Dall’analisi dei dati raccolti risulta che i figli sono più bravi dei genitori quanto a numero di pasti giornalieri e regolarità: l’84% dei ragazzi non salta mai pasti, l’89% fino ai 13 anni, e l’85% fino ai 18 anni fa sempre la prima colazione.

Il problema, ha spiegato Giuseppe Fatati, presidente della Fondazione ADI e coordinatore scientifico dello studio, è associato ai primi pasti fuori casa.

Il 36% del campione intervistato mangia lontano dalla propria abitazione 1 o 2 volte alla settimana, questo porta a cambiamenti nella ppropria dieta che possono far perdere le sane abitudini seguite fino a poco tempo prima.

Mangiare fuori casa comporta uno sforzo in più per riuscire a trovare tempo e luogo per assumere un pasto equilibrato

Si inizia quindi ad alterare il regime alimentare della giornata senza neppure compensare con una maggiore convivialità, vengono modificati i bioritmi temporali che coinvolgono funzioni essenziali come quella del sonno.

di T N