Economia
Occorrono più investimenti del vino italiano nei nuovi mercati
Diciannove mercati emergenti nel 2016 hanno acquistato vino per 4,25 miliardi di euro, aumentando la loro domanda del 298% sui valori del 2006. Qui l'Italia è solo quarta con l'11% del mercato, contro il 33% dei cugini francesi
13 aprile 2017 | C. S.
È solo medaglia di legno per l’Italia del vino nei mercati emergenti, i più interessanti Paesi importatori di Sud-Est asiatico, Medio Oriente, ex Urss, America Latina e Africa, oggetto di un’analisi realizzata dall’Osservatorio Paesi terzi di Business Strategies e Nomisma Wine Monitor e rilasciata a Vinitaly. Si tratta di Cina, Costa d’Avorio, Corea del Sud, Mozambico, Filippine, Nigeria, Malesia, Brasile, Tailandia, Messico, Taiwan, Ucraina, Vietnam, Bielorussia, Emirati Arabi, Kazakistan, Israele, Russia e Angola, 19 mercati che, complessivamente, nel 2016 hanno acquistato vino per 4,25mld di euro, aumentando la loro domanda del 298% sui valori del 2006. Qui l’Italia ha esportato lo scorso anno 466mln di euro, posizionandosi al quarto posto tra i top exporter con una quota di mercato dell’11% (nello scenario del vino globale occupa il secondo posto con il 21%). Su ben altri livelli le quote della Francia, che con il 33% e 1,4mld di euro fa il triplo dell’Italia, seguita da Australia (15%, 620mln) e Cile (12%, 501mln). E la classifica non migliora se si guarda alle performance di crescita: il +373% italiano registrato negli ultimi dieci anni non tiene il passo con l’impennata della Nuova Zelanda (+921%) e dell’Australia (+881%), ma neanche con il ritmo di Sudafrica (+516%), Francia (+434%) e Cile (+379%).
Per Silvana Ballotta, ceo di Business Strategies: “Per stare al passo con la nuova geografia dei mercati del vino l’Italia deve potenziare l’impegno per l’internazionalizzazione, con un approccio sinergico che coinvolga il trade e attivi partnership mirate, ma anche coinvolgendo le istituzioni per lo sviluppo di accordi bilaterali attraverso l’Ue. In questi mercati dove il vino italiano ancora è poco conosciuto le azioni di promozione sono imprescindibili e devono puntare su un brand ombrello capace di affermare tutti gli elementi chiave del made in Italy”. “Al di là della leadership francese che figura a livello trasversale nel mondo – ha spiegato Denis Pantini, responsabile di Nomisma Wine Monitor –, nei mercati emergenti i vini dell’Emisfero Sud (Australia e Cile in primis) stanno crescendo di più di quelli italiani. Tra i fattori che li rendono più competitivi ci sono la maggior dimensione delle aziende esportatrici (fondamentale nei confronti degli operatori distributivi del mercato target), la notorietà dei vitigni (internazionali) e le facilitazioni all’ingresso determinate da accordi di libero scambio che nel caso del Cile permettono l’import a dazio zero per molti di questi paesi”.
Secondo i dati analizzati dall’Osservatorio, mentre l’Italia riesce a conquistarsi il primato solo nel mercato russo (29%) e ucraino (29%), il vino francese domina nel blocco medio-orientale (Israele e Emirati Arabi), in Nigeria, ma soprattutto in 4 dei 7 Paesi emergenti asiatici (Cina, Corea del Sud, Taiwan e Thailandia), dove la Cina esprime, da sola, il 50% della domanda di vino complessiva dei 19 Paesi (+1856% negli ultimi 10 anni). Sempre sul fronte della domanda, sono ben 14 su 19 i Paesi cresciuti in tripla cifra. Tra questi troviamo Thalandia (+244%), Malesia (+234%), Emirati Arabi (+219%) e Taiwan (164%), ma anche Russia (+110%), Brasile (+130%) e Messico (+113%).
Potrebbero interessarti
Economia
Le tendenze di prezzo dell'olio di oliva europeo
L'indice dei prezzi di consumo armonizzato per l'olio d'oliva nell'Unione europea ha registrato un calo del 28,1% su base annua a settembre, una riduzione molto più ripida di quella osservata in agosto
17 dicembre 2025 | 14:00
Economia
Il prezzo dell’olio di oliva italiano al 16 dicembre: una lenta discesa
Le quotazioni dell’olio extravergine di oliva italiano vedono un calo generalizzato, anche se assai contenuto, sia in Puglia e in Sicilia. Il prezzo minimo fissato da IsmeaMercati a 6,65 euro/kg per l’extravergine a Bari ma molte contrattazioni sono vicine a 8 euro/kg. Lecito attendersi un rimbalzo
16 dicembre 2025 | 14:00
Economia
Il mercato ortofrutticolo torna lentamente a riprendersi a dicembre
Il freddo sta giovando alla qualità degli agrumi: l'escursione termica notturna sta infatti favorendo la pigmentazione dell'arancia tarocco, dalla polpa rossa, sebbene al momento anche la qualità non sia ancora ad un livello ottimale
15 dicembre 2025 | 15:00
Economia
Le denominazioni di origine sempre più nel carrello degli italiani
Le indicazioni geografiche hanno vissuto 12 mesi di volumi in diminuzione, con la sola eccezione dei prodotti Dop, che sono riusciti ad accrescerli, e dell’immagine del tricolore, che ha mostrato una certa stabilità
15 dicembre 2025 | 11:00
Economia
Il mondo non può fare a meno dell’olio extravergine di oliva
Esportate oltre i confini europei 538 mila tonnellate di olio extravergine di oliva rispetto alle 746 mila tonnellate di oli di oliva complessivi. La sola Italia ha esportato 223 mila tonnellate di oli di oliva, di cui 180 mila di extravergine
15 dicembre 2025 | 10:00
Economia
I prezzi dell’olio di oliva al 12 dicembre: inizia la discesa in Spagna
Con un ritardo di quasi un mese rispetto a quanto previsto, le quotazioni internazionali dell’olio di oliva si stanno riallineando al basso. I 5 euro/kg per l’extravergine diventano sempre più un miraggio mentre in Portogallo da gennaio ci si aspetta la caduta dei prezzi
12 dicembre 2025 | 12:00