Mondo Enoico 08/09/2017

Preservare il vino, con tecnologie di imbottigliamento innovative

Preservare il vino, con tecnologie di imbottigliamento innovative

Un progetto finanziato dall’Unione Europea ha sviluppato una nuova tecnologia di imbottigliamento, chiamata Ricamo, che riduce la quantità di ossigeno nella bottiglia, riducendo così il bisogno di solfati. Macchinari disponibili alla fine del 2017


Dai fenici ai romani, la vinificazione è praticata da migliaia di anni in tutto il mondo, ma questo processo si sta ancora evolvendo e perfezionando. Oggi, un gruppo di esperti di vinificazione in Italia si sta occupando di migliorare il processo di imbottigliamento, nel tentativo di ridurre la quantità di ossigeno che si può mescolare al vino e che lo fa andare a male più velocemente.

Il progetto Ricamo (Innovative oxygen-free wine bottling process), finanziato dall’Ue nell'ambito del progetto Horizon2020, ha inventato una nuova macchina per imbottigliare il vino che usa un metodo davvero singolare per introdurre il vino nella bottiglia. “Una tradizionale macchina per imbottigliare usata nel settore può creare la circolazione di gas e liquido dentro una bottiglia di vino. Questo introduce ossigeno e crea il bisogno di aggiungere solfati nocivi al vino per allungarne la durata di conservazione,” spiega Alberto Ruggin, coordinatore del progetto Ricamo.

Durante gli attuali processi, una cannuccia per il riempimento entra nel collo della bottiglia di vino e inserisce un gas inerte. Il vino viene poi iniettato sulla parete della bottiglia. Durante questo processo l’ossigeno si può mescolare al vino, quindi molti produttori aggiungono dei solfati per distruggere l’ossigeno.

La macchina per imbottigliare il vino sviluppata da Ricamo entra fino in fondo dentro la bottiglia. Quindi inietta una bolla di gas inerte (ad es. Azoto o biossido di carbonio) al centro della bottiglia. Il vino è aggiunto dentro questa bolla e la cannuccia si alza man mano che il liquido riempie la bottiglia, senza toccare il vino che si trova già nella bottiglia. “La nostra macchina può introdurre dieci volte meno ossigeno rispetto alle macchine disponibili sul mercato e migliora la qualità del vino e la sua durata di conservazione di circa due o tre anni, a seconda del tipo di vino,” dice Ruggin.

La tecnologia di Ricamo è particolarmente adatta a vini più naturali, tra cui i vini organici e biodinamici che stanno diventando sempre più popolari tra consumatori di vino più eco-consapevoli. Eliminando più ossigeno nel processo di imbottigliamento, sono necessarie meno sostanze chimiche per allungare la durata di conservazione e questo permette di portare sul mercato più vini senza additivi chimici.

Non si tratta però solo di allungare la durata. Secondo Ruggin, Ricamo è in grado di migliorare anche la qualità del vino. “Abbiamo testato vini prodotti esattamente nelle stesse condizioni, stessa uva, stesso terreno, stessi processi di fermentazione, cambiando solo il processo di imbottigliamento. Gli esperti del settore della vinificazione hanno detto che il vino imbottigliato usando la tecnologia di RIicamo ha un sapore migliore, più freschezza e una migliore struttura,” dice.

Anche se il progetto è cominciato solo tre anni fa, Ricamo spera di cominciare a vendere le sue macchine al settore della vinificazione entro la fine del 2017 o all’inizio del 2018. Parte dei finanziamenti dell’UE ricevuti dal progetto saranno usati per offrire ai primi sei clienti dell’azienda un prezzo scontato, il che aiuterà a lanciare la nuova macchina sul mercato.

Ruggin si aspetta tuttavia una certa resistenza al cambiamento da parte della più tradizionale industria italiana. Al contrario, industrie della vinificazione più giovani, come quelle negli USA e in Australia, hanno già mostrato interesse verso la nuova tecnologia del progetto.

Ricamo intende rivolgersi anche all’industria della birra, sperando di suscitare l’interesse delle piccole fabbriche di birra, che potrebbero usare la stessa tecnica di imbottigliamento per migliorare la durata e la qualità della birra. Inoltre, in futuro potrebbe essere applicata in altri settori, come per esempio quello dell’olio d’oliva.

di C. S.