L'arca olearia 26/08/2016

L'olio extra vergine d'oliva buono e artigianale non è roba da ricchi

L'olio extra vergine d'oliva buono e artigianale non è roba da ricchi

Dodici euro per una bottiglia di olio extra vergine di oliva possono sembrare tanti ma non è così. Alla fine la scelta si riduce tra comprarsi, a rate, uno smartphone di medio livello o un ottimo extra vergine di oliva. Pochi messaggi chiari per sconfiggere la cultura del sottocosto


Iniziamo da dove avevamo finito, ovvero dalle offerte promozionali, presumibilmente sottocosto, sugli scaffali della Grande Distribuzione.

Tornano i 2,99 euro per una bottiglia di olio extra vergine di oliva (forse). Di solito i ripiani o i bancali del sottocosto, o delle offerte promozionali particolarmente appetibili, sono vuoti in poco tempo e le bottiglie d'olio vanno a ruba.

Anche le recenti inchieste giudiziarie, gli scandali e le multe dell'Antitrust hanno influito marginalmente su queste dinamiche. Sono stati, in parte, penalizzati alcuni marchi e ne hanno guadagnato altri.

Resta intatta però la cultura del sottocosto e dell'offerta speciale, quella demagogica e populista che dice che in fondo “l'olio è olio” e che l'extra vergine buono e artigianale “è roba da ricchi”.

Quindici euro per una bottiglia di extra vergine? Dieci euro al litro per un buon extra vergine comprato al frantoio? Troppo caro, penserà più di qualcuno. Roba da ricchi.

Facciamo due conti, quelli da casalinga. Una famiglia di tre persone consuma in media all'anno 36 litri di olio extra vergine di oliva.

Ipotizzando che la brava massaia compri al supermercato a una media di 4,5 euro al litro, spenderà in un anno per approvvigionarsi di olio 162 euro, ovvero 13,5 euro al mese.

Immaginiamo ora che la stessa massaia compri al supermercato bottiglie di olio artigianale a una media di 12 euro al litro. Spenderà in un anno per approvvigionarsi di ottimo olio 432 euro, ovvero 36 euro al mese.

Se la stessa massaia comprerà direttamente l'olio al frantoio risparmierà un po'. Diciamo che può comprare del buon extra vergine a 10 euro ali litro, pari a 360 euro in un anno, ovvero 30 euro al mese.

La differenza di costo nell'approvvigionarsi di olio tra un buon extra vergine e un olio in promozione varia quindi da 16,5 a 22,5 euro al mese.

Se poi la brava massaia sceglierà l'olio da basso prezzo per cucinare e l'olio artigianale e di qualità per condire, ecco che la differenza può ridursi drasticamente, anche della metà.

Se ci pensiamo, anche nel caso della differenza più alta, è l'equivalente dell'acquisto rateale di uno smartphone di medio livello, non dei top di gamma. Considerando la diffusione degli smartphone nel nostro Paese o viviamo in un'Italia ricchissima oppure l'utilizzo di un buon extra vergine è solo questione di scelte, non di portafoglio.

O lo smartphone o l'olio extra vergine buono e che ti fa bene alla salute.

Certo, messa così, vince ancora lo smartphone: 10 a 0.

Non c'è partita.

Però, quando accadrà, avremo compiuto un salto culturale non indifferente, perchè l'olio buono e artigianale non sarà più “roba da ricchi” ma diventerà un'opzione nelle scelte di acquisto quotidiane.

Non andranno in crisi il sottocosto e le offerte promozionali, ma la cultura del sottocosto, quella che vuole che tanto “l'olio è olio”.

Poi occorrerà compiere un ulteriore passo, ovvero far in modo che l'opzione si trasformi in acquisto.

Qui l'olio extra vergine buono e artigianale ha molti assi nella manica.
Può certamente puntare sulle qualità intrinseche del prodotto (acidità, perossidi, polifenoli...).
Spesso può vantare qualche certificazione (Dop/Igp, biologico...).

Ma è al palato e sui piatti che si vince facile. Un'insalata di mare con una Nocellara del Belice è un'esperienza gastronomica imperdibile, come pure una zuppa di legumi con un bel Moraiolo. La sfida, in fondo, è tutta qui. Far assaggiare piatti semplici, farli memorizzare, associandoli a un'esperienza emozionante e positiva (come una vacanza o una cena romantica).

Sarà così che sullo scaffale si cercherà un Moraiolo o una Nocellara del Belice. Per ricreare quel gusto e quell'emozione.

Non è un lusso, ce lo possiamo permettere tutti.

di Alberto Grimelli