Turismo
Non più solo mare e montagna. Ora la nuova destinazione turistica è il vino
L’enogastronomia come ragione del viaggio e non solo come piacevole esperienza. Un volume d’affari che ha raggiunto i 3 miliardi di euro e interessa 6 milioni di persone
20 febbraio 2010 | R. T.
L'Italia conta sempre più turisti del vino. Nell'anno appena trascorso, il settore migliora le performances passando da 5,5 a 6 milioni di enogastronomi, con un volume d'affari che vale ora 3 miliardi di euro, in crescita del 20% sul 2008. Lo rileva l'ottavo Rapporto annuale Città del Vino-Censis âOsservatorio sul turismo del vino in Italiaâ, presentato a Milano, durante Bit 2010.
Tra le mete preferite ci sono la Toscana, visitata dal 44% degli enoturisti, e il Piemonte (20%); new entry il Veneto che, con il 12,5% delle preferenze, supera Umbria (9,2%) e Puglia (7,3%); in ascesa anche Trentino Alto Adige e Sicilia, mentre Marche e Calabria risultano in flessione.
Il vino resta un settore di élite, tanto che dei 20 milioni di italiani che nel 2009 hanno scelto di organizzare viaggi all'insegna del wine and food, solo il 13% è consapevole di far parte del mondo dei turisti del vino.
Con la spesa media procapite più alta dell'intero comparto (149 euro al giorno) le tradizioni territoriali e la cultura enogastronomica rappresentano i settori chiave del turismo italiano su cui puntare, in quanto alternativa ai viaggi oltreconfine.
"Se il turismo enogastronomico è la principale voce di stabilità dell'intero comparto - sottolinea il presidente delle Città del Vino Giampaolo Pioli - capace di portare vantaggi a tutti, dalle aziende alla ristorazione, dalla ricettività ai grandi e piccoli comuni, è evidente che il settore ha bisogno di più attenzione, ma a tutt'oggi i fondi destinati continuano a scarseggiare. E' necessario fare sistema, con strategie di marketing territoriale ed interventi finanziari mirati, per affrontare le sfide della competitività e sviluppare il ruolo dell'enoturismo a vantaggio delle economie locali".
Secondo il Rapporto Città del Vino/Censis, grazie alle sue caratteristiche di prossimità , short break, convenienza ed accessibilità , il turismo enogastronomico non è più una pratica di "nicchia", ma un comportamento diffuso e di tendenza, poco influenzato dall'andamento dell'economia, dei redditi e dei consumi, e con un potenziale di sviluppo ancora da esprimere: un turismo adulto, ma con un buon ricambio generazionale, praticato dal 40% degli over 30 e dal 30% dei giovani al di sotto dei 30 anni di età .
Tuttavia, degli oltre 20 milioni di italiani che nel 2009 hanno fatto attività turistiche legate all`enogastronomia (visite a cantine 13 mln, vigneti 12 mln, percorsi lungo le strade del vino 8 mln, frequentazioni di ristoranti in base alla varietà dei vini 5 mln, sagre enogastronomiche 17 mln) solo 2,6 milioni si autodefiniscono turisti del vino.
Tra questi, il 71,8% (circa 1,7 milioni di italiani) ha viaggiato alla scoperta del vino almeno una volta nel 2009, 2 su 3 con una frequenza tra 1 e 3 viaggi e una minoranza più di 3 volte l'anno (5,1%). Si stima che tra chi non ha mai fatto turismo enogastronomico siano quasi 3 milioni coloro che lo farebbero in futuro.
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