Turismo
L'oleoturismo è la buona notizia dell'estate 2020: l'oliva matura va colta
Il Covid-19 ci ha lanciato alla riscoperta dell'Italia e della cucina a casa, con la voglia di scoprire nuovi gusti, profumi ed emozioni. I frantoi hanno reegistrato un boom di visite, per capire ancor prima che per comprare
04 settembre 2020 | Maurizio Pescari
Un frutto quando è maturo lo si coglie per mangiarlo, se no lo mangiano gli uccelli, cade per terra, marcisce. Sembrerà strano ma il processo di maturazione di un frutto si svolge senza che l’uomo abbia un ruolo, indipendentemente dalla sua attività. Chi queste piante le ha comode o ne fa un lavoro, le cura, ben sapendo che quel po’ di attenzione sarà comunque ripagata, naturalmente. Altri lasciano che il frutto gli cada addosso, pronti a trarne benefici momentanei del tutto occasionali; altri ancora, quei frutti li raccolgono addirittura acerbi, pur di non lasciarli ad altri. Le piante da parte loro crescono, dai fiori vanno ai frutti, alla stasi vegetativa e riprendono il loro ciclo, continuamente. Un cappello forse un po’ lungo questo, per giungere al nocciolo della nostra questione: l’oleoturismo, ovvero l’olio, come attrattiva turistica. In questo estate strana, passata più che altro a rincorrere i bollettini e le cattive notizie, qualcosa di nuovo invece s’è visto, molto positivo ed incoraggiante. E non riguarda il vino, che vanta diversi lustri di vantaggio ‘mentale’, non solo di ‘prodotto’, ma l’olio. in diversi angoli della Penisola, i frantoi hanno registrato un forte incremento delle visite - non solo delle vendite -; in tanti hanno mostrato interesse a conoscere e scoprire i segreti della produzione, senza limitarsi all’acquisto tale e quale, ma per capire. Molti, addirittura la maggioranza, erano giovani.
DAL BURRO ALL’OLIO - Marco e Giulia, da Ferrara: “In questi mesi difficili abbiamo imparato a cucinare a casa, tutti i giorni, e l’olio è stata una scoperta bellissima”. “Da noi è più burro che olio, ma essendo in Umbria abbiamo provato a fare qualche visita. Anche se da qualche parte abbiamo trovato chiuso, in molti casi l’accoglienza è stata piacevolissima e torniamo a casa con qualche bottiglia per divertirci in cucina”. Segnali positivi da queste parole, che riguardano l’’offerta’ e la ‘domanda’, dove si mescolano accoglienza e divertimento. “…per divertirci in cucina” detta da una ragazza intorno ai trent’anni, è davvero un raggio di sole che riscalda questo periodo difficile. Forse anche una conseguenza del “fermi tutti”, che ha segnato la nostra primavera. “Siamo rimasti sorpresi da tanta affluenza - spiega Andrea, 27 anni, frantoiano a Trevi, in Umbria - in famiglia siamo sei ed in certi momenti della giornata eravamo tutti impegnati nelle visite. È stato bellissimo davvero. In tutti grande curiosità verso la tecnologia, anche a macchine spente. Il fatto poi che avessimo tutto l’impianto aperto per la manutenzione, visto che tra poco inizieremo la raccolta, ci ha consentito di rispondere anche a domande dettagliate ed il tempo scorreva, fino ad un’ora ciascuno in frantoio, tra dettagli e degustazione. Poi l’acquisto, mai esagerato, sempre misurato dal piacere di avere in casa tanti oli da gustare e confrontare. Veramente bello!”. Ma avete lavorato per questo? “Il rapporto con la nostra clientela è costante, durante il lock down lo abbiamo intensificato attraverso news letter e gestione dei social; visite ne abbiamo sempre, perché allo sviluppo della cultura dell’accoglienza crediamo molto da tempo, ma mai visti così tanti ragazzi italiani, della mia età”. “Anche noi siamo rimasti colpiti dall’interesse dei giovani - racconta Gianluca, da San Casciano Val di Pesa - agli stranieri siamo abituati, vista la posizione, ma mai visti tanti ragazzi e così curiosi. Eravamo abituati ad una attenzione simile, solo parlando di vino, ma stavolta è toccato all’olio. Poi alla fine anche l’acquisto, ci mancherebbe, ma bottiglie da 250, magari più di una, di cultivar diverse; è parso chiaro il piacere di avere molti oli a disposizione in casa”.
FUORI STAGIONE - Ma allora l’olio funziona anche fuori stagione, oltre che nei mesi autunnali durante i quali l’olio nuovo è scritto anche nel calendario? E funziona anche senza feste, sagre, banchetti o eventi, basta che a guidare ci siano persone capaci di cogliere l’attimo. “Il turismo dell’olio deve vivere soprattutto al di fuori dei mesi strettamente legati alla produzione - spiega Mario Cirulli, umbro, medico, appassionato che dedica oggi gran parte del suo tempo alla promozione ed alla diffusione della cultura dell’olio - anzi, in quei mesi bisognerebbe lasciarli lavorare tranquilli i frantoiani, senza mettere fretta per avere questa benedetta bottiglia di olio nuovo. Cultura è conoscenza e nell’olio, come in tantissime altre cose, la loro diffusione è limitata più dai pregiudizi che da altro. In questo periodo, è bellissimo visitare i produttori, conoscerli, parlare con loro, assaggiare il loro olio e scoprirne le caratteristiche, il valore. Una volta che lo fai, la passione di assale, ti avvolge e il tuo olio non sarà mai più lo stesso”.
È proprio vero, quando è ora i frutti maturano da soli. Basta essere pronti a coglierli. Da questo punto di vista purtroppo, c’è ancora molto da fare.
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